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Progetti dimenticati in Basilicata, nei cassetti c'è lo spreco di sempre

 
Carmela Formicola

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Carmela Formicola

Progetti dimenticati, nei cassetti c'è lo spreco di sempre

Il progetto sulla Magna Grecia

Quante idee per lo sviluppo della Basilicata annunciate, finanziate e mai realizzate. Alcuni esempi di «mala programmazione»

Martedì 05 Aprile 2022, 11:41

MATERA - Spopolamento, povertà, affanno. Da quanti anni associamo queste parole alla Basilicata? Come fossero una condanna, il margine e il mancato sviluppo, come ci fosse un destino dal quale i lucani non hanno scampo. Eppure c’è qualcosa che non torna. Non siamo forse la Regione virtuosa che intercetta e spende i fondi europei a mani basse? Non siamo da anni inondati da progetti e da canali di finanziamento di ogni genere? I Pon, i Por, i Fondi sociale, agricolo, di coesione, i Piani del Governo, la legge 64, la 488, fino all’ultimo tripudio di soldi in arrivo con Pnnr. Da queste colonne la riflessione l’abbiamo già lanciata: ma che fine hanno fatto tutti questi soldi? Se li avessimo saputi spendere forse nel 2022 non parleremmo ancora di spopolamento e povertà come negli anni Ottanta! Ma nessuno ci ha ancora risposto. Ci risponde invece (anche nell’altro pezzo in pagina) Roberto Falotico, amministratore di lungo corso, con una sua chiave di lettura: i progetti presentati, approvati, finanziati finiscono nell’oblio dei cassetti chiusi. La mancanza di memoria. La mancanza di programmazione. La mancanza di visione. E un’interpretazione estrema, perversa dello spoil system, la pratica politica ottocentesca, mutuata dagli Stati Uniti, secondo cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo. In Basilicata a ogni cambio di governo si cambia tutto, ma proprio tutto, nel segno di una discontinuità spesso autolesionistica.

Falotico, in particolare, cita due casi esemplari: la Via delle Meraviglie e il progetto Magna Grecia. Il primo, «Via delle Meraviglie – Identità e reti di integrazione della Basilicata Interna» presentato nel gennaio 2017. Proposta, approvata e finanziata dal Ministero dei Beni culturali: delinea una rete, con Potenza capofila, di 43 Comuni, che attraversa la Via Herculia, l’antica via romana tra Venosa, a Grumento. Sulla stessa scia, ma qualche anno dopo, un altro progetto integrato di sviluppo territoriale: 9 comuni (Bernalda capofila) impegnati nella definizione di 13 progetti esecutivi, questa volta addirittura classificati primi assoluti all’interno della cornice di progetto. «Magna Grecia, da Pitagora alla cittadinanza temporanea Euromediterranea» e «Via delle Meraviglie» erano coperti da una posta di 12 milioni di euro. Mai più sentiti nominare. Come d’altronde tante altre idee che avrebbero potuto far schizzare l’economia e la società lucane. «Analizzo i dati sulle e risorse stanziate nel Pnrr per i settori della cultura e del turismo - spiega Falotico alla Gazzetta - La cultura, come ogni filiera economica e sociale, ha bisogno di continuità e soprattutto di focalizzare l’attenzione sugli obiettivi da raggiungere, chiarendo la strada per arrivarci». Continuità, appunto.

Così ti spieghi perché siamo diventati la terra delle incompiute, dei cantieri aperti e mai chiusi, dei fondi intercettati e persi. Su questo grande dilemma politico dovremmo avviare una riflessione seria e collettiva, anche per capire come se ne esce da questo loop infinito. Potrebbe risponderci, ad esempio, Leonardo Cuoco, illustre economista che da anni e anni scrive i programmi strategici di sviluppo della Regione Basilicata. È sua (e del suo staff di esperti) la tela che Penelope continua a sgranare. Sarà che alla fine la discontinuità conviene a qualcuno?

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