Il rapporto della Banca d'Italia
Potenza, economia in ginocchio per colpa del covid
Pil ridotto dell'8,5 per cento. Il reddito delle famiglie cala del 2,1 per centoma sono aumentati il risparmio e l'accesso ai prestiti
Potenza - Il covid-19 e le misure restrittive adottate per contrastare l'epidemia hanno causato, nel 2020, «forti ripercussioni sul sistema economico» della Basilicata: il pil «si è ridotto intensamente (meno 8,5 per cento), sebbene in misura lievemente minore rispetto alla media nazionale (meno 8,9 per cento). È la conclusione del «Rapporto annuale» sull'economia regionale, presentato oggi dalla Banca d’Italia, a Potenza.
L’analisi definisce «eterogenee» le conseguenze della pandemia sui settori produttivi: il manifatturiero «ha registrato un significativo calo del fatturato» e nelle costruzioni «il valore aggiunto è diminuito (meno 5,3 per cento). Secondo nostre stime, le royalties, che già sono diminuite del 10,1 per cento nel 2020 (a 110 milioni), dovrebbero calare all'incirca della stessa entità anche nel 2021». Il rapporto ha registrato una riduzione di valore aggiunto (pari al cinque per cento) anche nel settore agricolo. I risultati economici delle imprese nel 2020 sono peggiorati rispetto all'anno precedente. La crisi ha causato un sensibile aumento delle esigenze di liquidità».
Analizzando l’andamento del 2020 nel mercato del lavoro, il rapporto della Banca d’Italia spiega che «la crisi ha determinato un sensibile calo delle ore lavorate (meno 13,8 per cento) e della partecipazione. La riduzione dell’occupazione è stata invece mitigata dai provvedimenti legislativi: nel 2020 il numero di occupati si è ridotto di circa 2.500 unità (meno 1,3 per cento, meno due per cento in Italia), interrompendo la crescita dell’anno precedente».
«Particolarmente elevato durante i mesi di aprile e maggio» è stato definito il numero di ore autorizzate di cassa integrazione, che «si è poi ridotto nei mesi estivi: «Tenendo conto del numero di ore mediamente lavorate nei settori produttivi, si tratta di circa 19 mila occupati equivalenti, pari a circa un decimo del totale degli occupati in regione».
Nel 2020 «il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto del 2,1 per cento (meno 2,7 per cento in Italia); la dinamica dei consumi è stata peggiore di quella del reddito (meno 11,7 per cento, come in Italia), determinando un aumento dei risparmi, che ha contribuito ad alimentare la liquidità delle famiglie». Il rapporto ha sottolineato l’aumento della povertà e il «forte aumento della disuguaglianza del reddito da lavoro, che nel 2020 ha raggiunto livelli superiori a quelli toccati a seguito della crisi del debito sovrano».
Una parte della ricerca è dedicata ai prestiti: vi si rileva che «nel 2020 i finanziamenti al complesso dell’economia lucana hanno accelerato (3,6 per cento a dicembre), riflettendo soprattutto il rafforzamento del credito alle imprese»: alla fine dell'anno «oltre il 60 per cento delle imprese lucane censite» aveva fatto ricorso ad una delle due misure varate per aiutarle dal punto di vista della liquidità «e circa un quinto aveva usufruito di entrambe». Anche in Basilicata, infine, «nel 2020 i depositi bancari delle famiglie e delle imprese hanno continuato ad aumentare (10,8 per cento a dicembre rispetto al 4,2 per cento di un anno prima)». Una tendenza confermata anche nel primo trimestre del 2021, quando «i depositi hanno continuato ad aumentare ad un ritmo simile alla fine del 2020».