Il caso

Basilicata, classi in quarantena ma le maestre no perché già vaccinate

Massimo Brancati

Eppure la scienza dice altro

Cinque persone vaccinate, di cui due con il richiamo, sono ricoverate all’ospedale San Carlo di Potenza perché contagiate dal Covid. Il vaccino - come più volte spiegato dagli esperti - non mette al riparo dal virus, ma evita che la «bestia» prenda il sopravvento sull’organismo al punto da catapultarci in ospedale. Per questi cinque cittadini non è stato così. Perché? Il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, parla di una questione puramente statistica: «Purtroppo - dice - la comunità scientifica parla di un 10 per cento di persone che, pur vaccinato, potrebbe non sviluppare anticorpi». È possibile contrarre l’infezione - sottolineano gli esperti - anche dopo la vaccinazione, in particolare se è stata somministrata solo la prima dose di vaccino o se la seconda dose è stata somministrata solo da poco tempo. La protezione completa fornita dal vaccino viene raggiunta 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Se al dato statistico aggiungiamo la tempistica relativa alla piena efficacia del vaccino, le incertezze sulla capacità di trasmissione del virus, le variabili contro cui non sappiamo ancora se funzionano Pfizer, Moderna, Astrazeneca & C., ecco che emerge una riflessione su tutte: anche se vaccinati occorre essere prudenti. Ne sanno qualcosa i degenti di una casa di riposo nella valle grigione del Reno, in Svizzera, dove è stato riscontrato un focolaio di casi di coronavirus. All’interno della struttura tutti avevano ricevuto la seconda dose di vaccino già nel mese di febbraio.

L’invito alla prudenza, però, non trova sponde in alcune scuole lucane, alle prese con intere classi in quarantena (al momento, in Basilicata, se ne contano 24). Laddove è stato deciso di lasciare a casa gli studenti per la presenza di un positivo nella stessa classe, agli insegnanti è stato chiesto comunque di presentarsi al lavoro. Motivo? Sono vaccinati. Capita anche nelle scuole elementari, dove il rapporto tra insegnante e alunno è necessariamente più stretto, tenuto conto che si sta insieme anche a mensa e, soprattutto, che i bambini vanno seguiti più da vicino. Ritenere che una maestra - seppur vaccinata - che è stata a contatto con un alunno risultato positivo possa essere al riparo dal contagio è un errore. Come dimostrano i casi citati e come testimonia la comunità scientifica internazionale. Anche perché, lo ribadiamo, ancora oggi nessuno è in grado di dirci esattamente se il vaccino annulli la capacità di trasmissione del virus. Questo significa che, quant’anche l’insegnante risultasse immune, potenzialmente è ancora un vettore del Covid e, quindi, può infettare colleghi e alunni. La prudenza, insomma, non è mai troppa, soprattutto in piena pandemia.

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