I dati lucani

Rifiuti, la Basilicata è promossa ma solo a metà

giuseppe pomarico

Il rapporto Ispra: differenziata intorno al 50%. Vola Potenza, zoppica la Città dei Sassi

POTENZA - Resta ferma la quantità di rifiuti prodotta per abitante, cresce ma non dappertutto la raccolta differenziata. Queste sono in estrema sintesi le indicazioni che si ricavano per la Basilicata dall’edizione 2020 del Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Lo studio fornisce i dati, aggiornati al 2019, a livello nazionale, regionale e provinciale sulla produzione, la raccolta differenziata, la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export. Il report, giunto alla sua ventiduesima edizione, è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’Ispra.

La ricerca dei dati è assai scrupolosa. I numeri relativi alla produzione e alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono reperiti da Ispra attraverso una procedura standardizzata che prevede, in primo luogo, l’invio di appositi questionari ai soggetti pubblici che a vario titolo raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti urbani (Arpa, Regioni, Province, Osservatori regionali e provinciali sui Rifiuti). In assenza di riscontro, o in caso di informazioni parziali o incongruenti, Ispra procede alle necessarie integrazioni mediante l’elaborazione delle banche dati relative al Modello Unico di Dichiarazione ambientale (Mud). Nel caso in cui le informazioni non risultino disponibili neanche facendo ricorso alle banche dati Mud, l’Istituto procede all’effettuazione di stime al fine di quantificare il dato dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti su scala comunale, utilizzando una metodologia uniforme sull’intero territorio nazionale.
Per la Basilicata, i numeri dicono che la differenziata in regione cresce in un anno mediamente del 2,1% (dal 47,3% al 49,4%), ma con una notevole disparità tra le due province. Quella di Potenza, infatti, raggiunge il 56,8% (nel 2015 era al 35%); quella di Matera si ferma al 38,7%, peggiorando sia il dato del 2018 (era al 39,8%) che del 2017 (era al 38,9%).

Nel dettaglio, nel corso del 2019 in Basilicata sono stati differenziate 97.370 tonnellate, pari al 49,37% del totale di rifiuti prodotti (197.214 tonnellate). I lucani sono i cittadini che in Italia ne producono di meno, circa 354 kg ciascuno contro i 662 dell’Emilia Romagna o i 604 della piccola Valle d’Aosta.
Nonostante una serie di dati piuttosto contrastanti, la Basilicata riesce comunque a raggiungere con altre dieci regioni l’obiettivo fissato per il 2019 di assestarsi intono al 50% di raccolta differenziata.
Dati in chiaroscuro giungono però dalle due città capoluogo. Dei 386,62 kg di rifiuti prodotti da ogni potentino, 249 vengono differenziati, con una percentuale che raggiunge il 64,33% (al top in Italia c’è Treviso con il 86,9%). Situazione che peggiora invece rispetto allo scorso anno a Matera città. Qui la raccolta differenziata si ferma al 24,28%, circa 4 punti in meno rispetto al 2018 (in coda in Italia troviamo Crotone con l’11%).
Per quanto riguarda i costi totali di gestione per il servizio di igiene urbana, a Potenza l’importo medio calcolato sempre per il 2019 si aggira sui 208,96 euro per abitante, in calo rispetto ai circa 226 del 2018 e i 253 del 2017. In leggero aumento invece il costo sostenuto dai cittadini materani: l’importo medio annuo si attesta sui 203,85 euro, in leggera crescita rispetto ai 200,57 del 2018. Da notare come in appena cinque anni il costo sostenuto da ogni cittadino materano sia praticamente raddoppiato, passando da 107 euro del 2014 ai quasi 204 euro di oggi. In media, estendendo il dato su scala regionale, ogni lucano per la gestione dei rifiuti urbani spende 162,48 euro l’anno.

I numeri che descrivono le tonnellate di rifiuti prodotti per frazione merceologica vedono raccolte in Basilicata oltre 35.000 tonnellate di rifiuti organici, circa 25.000 di carta e cartone, quasi 15.000 di vetro. Buona la raccolta della plastica (6500 tonnellate), da migliorare quella del legno (2942 tonnellate) e del metallo (2449 tonnellate). Cresce invece, grazie alla maggiore separazione, la quantità di ingombranti misti, con quasi 2000 tonnellate raccolte.
Sono sette gli impianti attivi sul territorio lucano. Nei due impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) di Atella e Tricarico sono stati lavorate 25.000 tonnellate tra rifiuti urbani indifferenziati e trattati. Nell’impianto di incenerimento Melfi sono state conferite 16.849 tonnellate tra rifiuti urbani indifferenziati e trattati. A questi si aggiungono 13.268 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 26.479 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. Nell’impianto di coincenerimento di rifiuti urbani trattati e non trattati di Bella sono state lavorate 30.797 tonnellate. Ad Atella sono state conferite 4.582 tonnellate di rifiuti urbani trattati, a Sant’Arcangelo 18.602 tonnellate di rifiuti urbani non trattati, a Guardia Perticara 2582 tonnellate di rifiuti urbani trattati ma anche 116.359 tonnellate di rifiuti speciali.

In provincia di Matera gli impianti operativi sono due, entrambe autorizzati per la raccolta di rifiuti urbani trattati; si tratta di Tricarico e Colobraro, dove sono state conferite rispettivamente 11.048 e 14.521 tonnellate di rifiuti.
Tornando ai dati, quelli relativi alla quantità di rifiuti prodotti per abitante e alla quota destinata alla raccolta differenziata cominciano ad evidenziare in Basilicata risultati promettenti e significativi, a testimonianza di un comportamento sempre più virtuoso dei cittadini e delle singole amministrazioni. In alcune realtà, però, si evidenzia la necessità di imprimere una accelerazione nel miglioramento del sistema di gestione, soprattutto in alcuni comuni del Materano, per consentire il raggiungimento dei nuovi sfidanti obiettivi previsti dalla normativa europea che ci obbliga a dimezzare lo smaltimento in discarica nei prossimi 15 anni.

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