Lo sfogo
Melfi, parla il prof negazionista: «Pandemia gonfiata per motivi politici». Il liceo si dissocia
Dopo il caso del post sui social: «Ho un figlio autistico che non viene più seguito dallo Stato per via del Covid»
«Abbiamo un figlio autistico, che non viene più seguito anche per via del Covid-19: per questo siamo arrabbiati con lo Stato e ci siamo sfogati sui social, ma abbiamo solo espresso un libero pensiero». Si difende così, Ferdinando Brescia, il docente negazionista del Covid - del liceo Federico II di Svevia di Melfi - finito nell’occhio del ciclone insieme a sua moglie Loredana Leonardi - anche lei insegnante nello stesso istituto, ma da tre anni in aspettativa - per via di alcuni post e di commenti fortemente offensivi (ora cancellati dai social) nei confronti di chiunque non la pensi come loro sull’argomento. La vicenda è diventata un caso nazionale, dopo la denuncia da parte dei rappresentanti dell’Unione degli studenti di Melfi, che si sono rivolti - per ottenere provvedimenti nei confronti dei due, che saranno ascoltati da un ispettore scolastico - al Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, soprattutto per via di pesanti insulti nei confronti di una ex allieva. «Ho scritto su un social - spiega l’insegnante ai giornalisti - alcuni pensieri che la Costituzione mi permette di esprimere.
Mi ritengo, più che un negazionista, un revisionista: credo che la pandemia sia stata gonfiata, strumentalizzata per fini politici. Un popolo intero è stato messo agli arresti domiciliari. Sulla mia bacheca privata non ho insultato nessuno, in classe ho sempre indossato la mascherina, nonostante il mio dissenso quando sono all’aperto. Sono sempre stato un docente attento. Esprimere un dissenso non è un reato, ci sono ad esempio anche i No vax». Le accuse più pesanti vengono mosse nei confronti della coniuge. «Mia moglie? Non è in servizio da circa tre anni, è in permesso e quindi non fa parte oggi dell’istituzione scolastica. Non so se si sia espressa in privato, in tal caso il problema non sussisterebbe. Ma viviamo una tragedia enorme. Le persone - continua l’insegnante melfitano - sono buone solo ad attaccare, ma nessuno a noi ha mai dato una mano, tanto meno lo Stato. Abbiamo un figlio di 26 anni autistico, in una condizione molto grave. Questa situazione incide molto anche su mia moglie, che è in permesso con la legge 104 per assisterlo: è una condizione che ci sta segnando, siamo arrabbiati. L’autistico dopo i 18 anni non è più tale per lo Stato, è tutto sulle nostre spalle. Ci danno quel poco di accompagnamento, ma non esistono strutture idonee, si frappongono ostacoli burocratici. Famiglie come la nostra dovrebbero essere aiutate invece di essere mandate alla rovina. Siamo frustrati, e quindi succede che ci si sfoghi sui social e che avvengano questi episodi».
LA REPLICA DEL LICEO - «La scuola che rappresento si dissocia dai toni e dalle teorie sostenute» da due professori negazionisti, marito e moglie, quest’ultima in aspettativa da tre anni. Lo scrive, in un comunicato, Elena Pappalardo, dirigente scolastico del Liceo «Federico II di Svevia» di Melfi (Potenza).
Nei giorni scorsi, in seguito ad alcuni post su facebook (poi cancellati dai due professori), l’Unione degli Studenti di Melfi aveva chiesto l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale e del Ministero dell’Istruzione. «Mercoledì 11 novembre - ha aggiunto Pappalardo - ho provveduto a segnalare agli organi scolastici territoriali competenti le diverse esternazioni a mezzo social network di due docenti in servizio presso questa istituzione scolastica». L’Ufficio scolastico regionale ha quindi avviato un’indagine. «Sono certa che, come consuetudine - ha proseguito - gli organi scolastici periferici della Basilicata saranno accanto alla scuola ed agiranno con professionalità e buon senso».
Nel comunicato, la preside ha inoltre sottolineato che il Liceo melfitano «ha mantenuto attivi protocolli di sicurezza tali da non rilevare mai casi di contagio tra i suoi studenti ed il personale. Tutti professori, infatti, nell’ambito del servizio quotidiano - ha concluso - non hanno mai tenuto comportamenti difformi dalle misure di contrasto alla diffusione del virus adottate da questa amministrazione».