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Potenza, carrozzieri a rischio estinzione, ma arriva la formazione virtuale

 
Luigia Ierace

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Luigia Ierace

Potenza, carrozzieri a rischio estinzione ma arriva la formazione virtuale

Nasce Secarform, la prima start-up per imparare «giocando»

Domenica 06 Settembre 2020, 10:58

Potenza - Senna, come Ayrton, il mito della Formula Uno. In comune, il cognome e la passione per i motori. E chissà se in quelle origini italiane del pilota brasiliano, scomparso 26 anni fa, non ci sia anche qualche lontanissima nel 2007 da un cugino del pilota, di passaggio in Italia, che aveva appreso dalla nonna dell’esistenza di parenti a Castelmezzano. E proprio nel piccolo paese delle Dolomiti lucane, nella carrozzeria avviata da suo padre, Michele Senna, 31 anni, ha avviato i primi passi.

Amministratore della carrozzeria industriale paterna, nel mondo dei motori ci è cresciuto e ha imparato ad amarlo accanto al padre Pasquale, che gli ha insegnato il mestiere di carrozziere. Un lavoro che ora rischia di morire. Mancano gli artigiani e anche i carrozzieri. I giovani non si avvicinano a questo mestiere e tanti, ormai prossimi al pensionamento, optano per percorsi di accompagnamento. Un grido di allarme che ha spinto Michele Senna a trovare una strada per salvare la categoria: formare queste figure professionali così difficili da trovare avvalendosi di tecnologie all’avanguardia.

Nuove tecnologie -  E così è nata Secarform, la prima piattaforma formativa in Italia per aspiranti carrozzieri, meccatronici e gommisti. Una start up innovativa, accelerata da Serea srl, il primo incubatore certificato della Basilicata, che ha ottenuto il riconoscimento del Mise in pieno lockdown e che continua a sostenere storie di successo.

È stato proprio durante la pandemia, quando i percorsi di due generazioni, quella del padre e quella del figlio, si sono avvicinati che Michele Senna, si è reso conto di quanto fosse necessario un programma formativo, svolto in realtà virtuale per aspiranti carrozzieri, meccatronici e gommisti.

«Una sorta di simulatore - spiega - che non si limita a far vedere in maniera virtuale il lavoro del carrozziere, ma permette, come in un gioco, di entrare in un’officina virtuale, infilare i guanti, prendere i pezzi e sistemarli al posto giusto. Si impara, ci si mette alla prova e alla fine ci diverte anche».

Passione per i motori -  «Fin da bambino, appena finivo di studiare d’estate - ricorda Michele Senna - seguivo mio padre nella sua piccola officina. Così pian piano mi sono appassionato al mondo dell’auto e dei motori, fino ad arrivare a prendere le redini dell’azienda di famiglia. Un passaggio generazionale sicuramente non facile - sottolinea il giovane -, io e mio padre abbiamo idee diverse, ma sappiamo che la soluzione si deve trovare insieme. Noi giovani siamo più precipitosi, ma l’esperienza è importante, tanto quanto riuscire ad adeguarsi al mercato e alle nuove tecnologie».

N officina -  Il fatto che papà Pasquale, 52 anni, sia molto giovane e aperto all’innovazione, sicuramente ha favorito il passaggio di generazione nell’impresa a dimensione familiare, in cui lavora anche il fratello Antonio, 25 anni. La carrozzeria, nata a Castelmezzano è cresciuta per poi insediarsi nella zona industriale di Tito Scalo come carrozzeria industriale per camion e bus, e operare anche nel settore dei trasporti urbani e della raccolta dei rifiuti, per la manutenzione e la revisione dei mezzi.
«In Basilicata siamo in pochi a lavorare su veicoli industriali - spiega Senna -. Le commesse ci sono, non ci siamo mai fermati durante il lockdown, ma è difficile trovare giovani formati o disposti a formarsi e crescere, mentre chi la le professionalità, i più anziani, preferisce il reddito di cittadinanza. E così nessuno vuole lavorare in officina, anche se il lavoro c’è e si guadagna bene».

Fare rete -  Michele Senna, diploma di tecnico dell’industria meccanica, ha preso le redini dell’azienda e dato vita alla start up. «Nelle nostre realtà le officine meccaniche sono quasi tutte a dimensione familiare, ho anche cercato di fare rete, ma non c’è ancora questa mentalità di fare un consorzio, e dar vita ad associazioni di imprese. La grande distanza di età, io sono tra i più giovani carrozzieri, non aiuta; è difficile convincerli a mettersi insieme - spiega il giocane imprenditore - . Guardando al mercato, ho preso consapevolezza della mancanza di professionalità, ma anche delle difficoltà di far appassionare i giovani al lavoro. Di qui l’idea, avvalorata durante il lockdown, di insegnare utilizzando nuovi strumenti, forte della grande richiesta di forza lavoro e della mancanza di una piattaforma formativa in realtà virtuale che sarebbe l’unica del genere in Italia».

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