IL CASO
Potenza, s’indaga sulle mascherine al San Carlo
Aperto un fascicolo. La dirigente-testimone sentita 4 ore
Potenza - E come prevedibile, la vicenda della mascherine e della lettera d’ordine falsa denunciata da colei che avrebbe dovuto firmarla finisce in un fascicolo giudiziario. Su cui ora la Procura vuol vederci chiaro.
Un’inchiesta è stata avviata dalla Procura di Potenza e le indagini sono già in corso, coperte dall’ovvio riserbo, ma è inevitabile, in un piccolo ambiente in cui gli accertamenti hanno snodi obbligati, che ne emergano sintomi.
La dirigente della Farmacia del San Carlo, Anna Maria De Michele, è stata a lungo sentita come persona informata dei fatti dalla Guardia di Finanza. Un colloquio lungo quasi quattro ore in cui sarebbe stato chiesto alla dirigente non solo della denuncia di falsità dello specifico atto che ha scatenato il caso del falso, ma di tutti i dubbi sollevati negli scritti di cui la Gazzetta ha dato conto nei giorni scorsi dopo che il carteggio era finito sia alla commissione di disciplina interna (che sulla vicenda aveva chiesto chiarimenti alla stessa dirigente e ad altre due persone) che alla Regione, in questo caso per iniziativa della stessa De Michele che ha segnalato un clima ostile dopo quella denuncia di falso fatta a metà aprile.
Il documento della dirigente, infatti, cita una serie di atti tra delibere (non solo quella delle mascherine, ma anche quella per l’acquisto di tute di cui ci siamo occupati ieri), note, mail e persino messaggi WhatsApp a sostegno del suo racconto che parte da quell’atto denunciato come falso e arriva a riunioni convocate sull’accaduto e una denunciata “moral suasion” messa in atto da qualcuno molto in alto «nel tentativo di convincermi - scrive la dirigente - che quella nota poteva non essere un falso e che io avrei potuto firmarla in un momento di confusione senza rendermene conto».
In ogni caso una vicenda intricata su cui sembra che la giustizia sia interessata a fare chiarezza fino in fondo e con tempi decisamente più veloci di quelli dell’ospedale che, rispetto alla segnalazione di falso sottoscritta il aprile dalla dirigente che ha disconosciuto la firma, ha avviato gli accertamenti interni, con richieste di accertamenti fatti dalla commissione di disciplina, solo molto più di recente. Facile prevedere che questi tempi non fulminei possano essere giustificati con l’emergenza Covid in atto, come, del resto fatto anche per quella procedura anomala con cui si è proceduto all’acquisto di 170mila euro più iva di tute protettive contro il rischio biologico senza nemmeno coinvolgere, come sempre avviene, l’Unità di Farmacia, almeno per determinare i quantitativi. Ma quella stessa emergenza non ha comunque impedito, nello stesso mese di aprile, di dare vita ad oltre una decina di note e atti in un botta e risposta che la De Michele segnala come un carteggio «contenente interferenze, pressioni, delegittimazioni, censure.