Nel Potentino

Venosa, 12 arresti per droga. Procura: «Preoccupante sinergia criminalità lucana-foggiana»

Redazione online

Perfettamente organizzati per il traffico di cocaina, eroina, hashish e marijuana: tre sono in carcere e 9 ai domiciliari con braccialetto elettronico

Accusate di far parte di un’associazione per delinquere «dedita ad un frenetico traffico di sostanze stupefacenti» con base a Venosa (Potenza), 12 persone sono state arrestate stamani dai Carabinieri (tre sono in carcere e nove ai domiciliari con il braccialetto elettronico).
I militari hanno notificato anche dieci divieti di dimora a Venosa, emessi dal gip presso il Tribunale di Potenza. Il clan - secondo l’accusa - trafficava in cocaina, eroina, hashish e marijuana, sostanze acquistate in provincia di Foggia e spacciate nel Potentino. I Carabinieri hanno sottolineato i "criteri tipicamente 'imprenditoriali' di programmazione e gestione dell’illecita intermediazione degli stupefacenti», in particolare nella ripartizione dei proventi dello spaccio, nella diversificazione dei ruoli nell’organizzazione, nella determinazione dei prezzi e nelle condizioni per «allungare» i pagamenti. Al vertice del gruppo, secondo gli investigatori, c'era il 47enne Antonio Scoca che garantiva un continuo rifornimento di stupefacente ai vari associati/rivenditori al dettaglio "esercitando la proprio indiscussa autorità - si legge in un comunicato della Procura - anche mediante l'uso della forza e minacce".

L’inchiesta denominata «Turn over» ha portato alla luce «una allarmante sinergia fra la criminalità organizzata lucana e quella operante nel limitrofo circondario foggiano».
È quanto pensa la Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri. Gli investigatori hanno accertato almeno altri tre aspetti. Il primo, che «desta particolare allarme sociale», riguarda «diversi episodi di spaccio che avvenivano in prossimità di luoghi di aggregazione giovanile"; il secondo si riferisce al fatto che alcuni degli arrestati - e «associati» al clan - sono «poco più che ventenni che, grazie all’'expertise' delinquenziale trasmesso dal vertice dell’associazione, manifestano già una caratura criminale di rilievo ed un crescente ruolo nell’attività di spaccio». Infine, terzo aspetto, «è emerso purtroppo l’impiego, in talune attività illecite, anche di tre soggetti minorenni».
Dal punto di vista dell’impiego di giovani poco più che ventenni, «le indagini hanno disvelato un graduale 'ricambio' dei circuiti dello stupefacente nel territorio venosino e l'allarmante compresenza di 'veterani' e di figure 'emergenti', che ha reso necessario un tempestivo intervento cautelare»

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