Appalti truccati, arrestati negano o non rispondono

BARI - Si sono difesi dalle accuse tre degli undici indagati arrestati nei giorni scorsi su disposizione della magistratura barese (2 in carcere e 9 ai domiciliari) per presunte tangenti pagate ad amministratori e tecnici di alcuni Comuni della provincia di Bari in cambio di appalti, mentre gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gli interrogatori di garanzia si sono svolti dinanzi ai gip Giovanni Anglana e Francesco Agnino, alla presenza dei pm che coordinano le indagini, Marco D’Agostino e Claudio Pinto e dei difensori degli indagati, e si sono conclusi poco fa.

Le vicende contestate, risalenti agli anni 2015-2017, riguardano la ristrutturazione del teatro comunale di Acquaviva delle Fonti e i lavori al depuratore della città, i lavori al depuratore di Altamura e quelli ad una scuola di Castellana Grotte. L’unico amministratore accusato di corruzione per aver intascato una tangente da 15mila euro per i lavori al depuratore di Altamura, il sindaco della città murgiana, Giacinto Forte (ai domiciliari), si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dinanzi al gip hanno scelto di tacere anche l’imprenditore albanese Bertin Sallaku, titolare della 'Besa Costruzioni srl' che avrebbe pagato la mazzetta, attraverso l’intermediazione del vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti, Roberto Ottorino Tisci (entrambi in carcere).

Con riferimento alla presunta corruzione relativa all’appalto per la ristrutturazione di una scuola a Castellana Grotte», si è avvalso della facoltà di non rispondere il dirigente comunale Giuseppe Cisternino, accurato di aver intascato dall’imprenditore albanese una tangente di 6mila euro.

Per la vicenda relativa ai lavori di ristrutturazione del teatro comunale di Acquaviva ha scelto di rispondere alle domande, respingendo l’accusa di turbativa d’asta, il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Gioia del Colle, Vito Raffaele Lassandro, membro della commissione che aggiudicò l'appalto, secondo la Procura affidato illegittimamente agli imprenditori Salvatore Fatigati e Tommaso Procino della Apulia Srl (questi due, entrambi ai domiciliari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere). L’altro membro della commissione, Marco Cuffaro, ex dirigente dell’ufficio tecnico di Acquaviva, sarà interrogato domani per rogatoria a Roma.

Da alcune settimane, infatti, Cuffaro aveva assunto l’incarico di dirigente al Comune di Marino.
Per la vicenda del teatro gli imprenditori rispondono anche di istigazione alla corruzione per aver consegnato 5mila euro all’ex vicesindaco di Acquaviva, il quale ha poi denunciato tutto dando avvio alle indagini. Si è difeso dalle accuse anche l'ingegnere Giovanni Francesco Boscia, accusato di aver illecitamente ottenuto l’appalto per la progettazione di lavori al depuratore di Acquaviva delle Fonti, grazie alla mediazione di un altro imprenditore, Nicola Valerio Lamanna, sottoposto ad obbligo di dimora (anche lui ha risposto respingendo le accuse della Procura).

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