«La mafia nel ghetto di Rignano? Valuti la magistratura»
FOGGIA - La dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, secondo il quale nel 'ghetto di Rignano' è nata ed è cresciuta una vera e propria associazione mafiosa «è - per il Guardasigilli Andrea Orlando - una valutazione che compete all’autorità giudiziaria». Orlando ne ha parlato a Foggia, al termine di un incontro in prefettura, nel quale si è discusso di lotta al caporalato e del ghetto di Rignano dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi.
«Quello che possiamo dire - ha aggiunto il ministro - è che il ghetto costituisce il riflesso di un fenomeno; non possiamo pensare di cancellare soltanto il ghetto, iniziativa che naturalmente deve essere assunta. Dobbiamo capire perché si generano i ghetti, e credo che in questo senso la proposta di legge che noi abbiamo avanzato che affronta il problema del caporalato, sia dal punto di vista della prevenzione che dal punto di vista della repressione e dal punto di vista anche del riconoscimento che viene dato alle aziende che seguono la legge sia il modo organico di affrontare questo fenomeno».
«Purtroppo in questi anni - ha concluso - abbiamo visto spesso una tendenza che mira più a rimuovere gli effetti che le cause. Noi vorremmo affrontare le cause e pare che ci siano tutte le condizioni perché questa legge abbia questo risultato».
FUORI LA MANIFESTAZIONE - Una quindicina di attivisti e lavoratori africani hanno manifestato pacificamente davanti alla prefettura di Foggia in occasione della visita del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Si tratta di appartenenti alla rete «Campagna in lotta», accompagnati da Veronica Padoan, figlia del ministro dell’Economia, che da tempo segue personalmente le vicende del cosiddetto 'ghetto' di Rignano Garganico, una sorta di baraccopoli in campagna che ospita oltre 2.000 braccianti stagionali extracomunitari.
«La questione del gran Ghetto di Rignano - ha detto Veronica Padoan - è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha delle responsabilità oggettive e riceve notevoli pressioni che giungono direttamente dall’Unione Europea». «Per quel che concerne il gran ghetto di Rignano - ha sottolineato - effettivamente ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi più grandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l'attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. E’ dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, il problema non sono queste comunità; il problema - ha concluso Veronica Padoan - è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali».
ORLANDO NEL «GHETTO» - Visita a sorpresa del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al 'ghettò di Rignano Garganico, una quarantina di chilometri da Foggia, dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi. «Una città fantasma - racconta Orlando sulla sua pagina facebook - Una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali. È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l’impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato».
Una serie di foto postate sul profilo facebook documenta la situazione in quella che è una baraccopoli, con i migranti costretti a prendere l’acqua da grosse cisterne. Nell’area, uno sterrato fangoso, si addensa un’enorme quantità di oggetti abbandonati di ogni genere: reti, materassi, mobili, sedie, sdraio e poi vecchie auto, vecchie roulotte.