tragedia ferroviaria

Pm: inverosimile errore umano di 6 persone

TRANI - Le proroghe del contratto di concessione tra Regione e Ferrotramviaria, i contratti di servizio che legano da decenni l’ente pubblico alla società privata, il regolamento di esercizio di Ferrotramviaria e la carta dei servizi dell’azienda saranno esaminati dai pm tranesi che indagano sul disastro ferroviario che ha provocato 23 morti e 50 feriti. Dagli atti, che sarebbero già stati acquisiti dalla Gdf, potrebbero emergere eventuali responsabilità di tecnici e politici regionali.

Il pool di cinque magistrati, coordinati dal procuratore Francesco Giannella, approfondirà se le continue proroghe del contratto di servizio, fatte quasi automaticamente, hanno preso seriamente in considerazione il profilo della sicurezza sulla linea a binario unico in cui è avvenuto l’incidente.
Una linea, quella tra Bari e Barletta che, dal 2013, da quando è stato creato il collegamento con l’aeroporto di Bari-Palese, ha visto aumentare enormemente i volumi di traffico, tanto da essere considerata vitale dai sindaci di tutto il nord Barese. Quindi - si domandano gli inquirenti - a seguito dei nuovi volumi di traffico il Regolamento di esercizio è cambiato? E’ stato esaminato e approvato dagli organismi tecnici come l’Ustif, ufficio periferico del Ministero dei Trasporti? E la normativa sulla sicurezza con il consenso telefonico era ancora ammessa dalle norme in vigore? I pm non escludono di acquisire l’accordo di programma siglato nel 2000 tra Ministero dei Trasporti e Regione Puglia con il quale fu trasferito all’ente locale il compito di programmazione e amministrazione dei trasporti ferroviari in concessione.

E’ «inverosimile» che l’incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio in Puglia e che ha provocato 23 morti e 50 feriti sia stato provocato da un errore umano. Lo ripetono gli inquirenti tranesi secondo i quali «è inverosimile il concorso di una serie di comportamenti tutti convergenti su un unico evento». I comportamenti che apparentemente hanno portato al disastro sono quelli di sei ferrovieri: i due capistazione che hanno dato il via libera ai treni, i due macchinisti e i due capitreno che non si sono accorti che i loro convogli non dovevano partire. Per questo le indagini stanno affrontando un secondo livello: capire se i ferrovieri erano tutti nelle condizioni di percepire il pericolo.

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