Le Tartarughe Liuto sono rettili di grandi dimensioni (alcuni esemplari raggiungono più di due metri di lunghezza e peso di oltre 360 chilogrammi), che raggiungono per brevi periodi le spiagge della Guyana francese e del vicino Suriname al solo scopo di deporre le uova. Si tratta degli ultimi luoghi di riproduzione rimasti sulla sponda atlantica. Dopo circa nove settimane, si verifica la schiusa: i piccoli emergono in massa e si precipitano verso l'oceano, dal quale un giorno faranno ritorno per deporre uova a loro volta.
Le catture 'accidentali' di tartarughe liuto da parte di pescatori dell'Oceano Pacifico e Indiano hanno quasi portato all'estinzione questa specie, che abita il pianeta da oltre 100 milioni di anni. Nell'Atlantico il numero di esemplari è leggermente superiore, ma le tartarughe vengono comunque catturate a ritmi insostenibili per la salvezza della specie.
«A differenza delle loro parenti del Pacifico - spiega l'oceanografo Philipe Gaspar - le tartarughe liuto atlantiche non seguono corridoi di migrazione precisi e immutabili ma vanno soggette a una notevole dispersione: tanto per cominciare, le tartarughe liuto seguono lunghi percorsi migratori quasi rettilinei verso il Nord o l'Equatore, senza seguire le correnti in cui si imbattono. Un esemplare è giunto a soli 500 km dalla costa dell'Africa occidentale prima di tornare indietro, un altro si è avvicinato alla Nuova Scozia».
«Quindi, dopo aver quasi raggiunto l'area della Corrente del Golfo o la cintura equatoriale, le tartarughe tendono a rallentare e a seguire le aree frontali associate con il sistema locale di correnti oceaniche, generalmente ricche di fauna e, quindi, di cibo».
Sfortunatamente le imbarcazioni da pesca si concentrano su queste aree per lo stesso motivo, il che mette a repentaglio la salvezza di questa specie di tartarughe. Questa scoperta significa che l'interdizione alla pesca di aree limitate dell'Oceano Atlantico ben difficilmente potrà dare luogo a una consistente riduzione delle catture accidentali di tartarughe liuto. Questo sta portando allo studio di altre soluzioni, quali le attrezzature da pesca meno pericolose per le tartarughe recentemente sviluppate dal Centro di Ricerche Atmosferiche e Oceanografiche (Noaa) americano e attivamente sostenute dal WWF.
(Fonte: Esa)
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