Casa editrice

Laterza, per i 120 anni è grande festa con i lettori

Fulvio Colucci

Porte aperte al pubblico per il compleanno della Casa editrice che ha fatto la storia culturale del Sud

Un po' messaggi in bottiglia, un po' respiro dei lettori e delle lettrici (il respiro di chi legge ricorda il Calvino di Se una notte d'inverno un viaggiatore, quando nascostamente osserva una lettrice e coglie fino in fondo quel che è il soffio vivo delle pagine), son giunti infine copiosissimi gli auguri alla Casa editrice Laterza per i suoi 120 anni (domani) sotto forma di commenti social, mail, tante, tante immagini, di quei libri che la stessa Casa editrice, sulle tracce di Norberto Bobbio invitava a svelare come luoghi del cuore dove ha albergato l'adolescenza, la giovinezza, la maturità.

È un discorso molto intimo il rapporto con un libro perché crea mondi paralleli, davvero dovrebbe venirci in soccorso il Calvino del lettore uno, lettrice uno e via scrivendo (ma forse leggere è più bello?). Discorso lungo, tortuoso, lo riprenderemo. Intanto saggiamo qualche scelta. C'è chi ha virato sull'evocativo, senza tema di smentite: «Difficile scegliere - si legge su facebook - ma i due volumi della Nascita del libro (autori Febvre e Martin) sono tra quelli di più significativo interesse». Una cernita è difficile - dalla storia alla filosofia, dalla linguistica ai grandi saggi - ma cogliamo un lampo di quel nietszchiano farsi uomo dei libri: «Da liceale - scrive un lettore tra i tanti che hanno inviato mail alla Casa editrice - sfogliavo in maniera maniacale l'elenco dei libri già pubblicati nella rispettiva collana che si trovava alla fine di ogni libro Laterza (un elenco dei desideri, ndr). Quando è uscito - ricorda il lettore - il catalogo storico ho ritrovato tutti insieme quei titoli e mi è sembrato di rileggere l'immagine ricomposta di me stesso e di tutto un mondo di valori e di idee».


Valori, idee, tutto quel mondo che Laterza ha cercato di esplorare con i suoi lettori, convidendo pensieri e parole: la «Casa Laterza» che Vito eresse per ascoltare il respiro di libri e uomini, per accomunare, per dare a intendere, a futura memoria, che il libro è persona, non merce.

Potremmo leggerne centinaia di testimonianze e centinaia di libri che le sorreggono. Scegliamo, infine, il suggerimento di un titolo: «Rinascite e Rivoluzioni», Eugeno Garin, 1975. Quel titolo altrettanto evocativo, diventa esigenza imperativa: rinascere e rivoluzionare questo mondo cacciatosi nel vicolo cieco della pandemia perché non ha letto: i fatti, mentre accadevano, mentre presagivano, come i libri che già sono accaduti, accadono, accadranno; che già sono presagio, nel momento in cui ti chiamano dallo scaffale e ti seguono con lo sguardo, ti cercano, ti indagano (prendiamo per esempio i saggi storici Laterza e i titoli significativi in questa ricorrenza dei 120 anni).

Domani l'anniversario cadrà mentre la pandemia è ancora in giro come leone, cercando chi divorare. Attenzione, distanziamento, ma la libreria di via Dante accoglierà i lettori, premiandoli con lo speciale segnalibro dedicato e invitando ancora una volta al gesto più semplice e rivoluzionario per le coscienze: sfogliare un libro e leggerlo. Il resto, cioè il ritorno a iniziative, presentazioni con il pubblico, resta nelle corde e aspetta buon vento per salpare. Il libro è un marinaio fiducioso.

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