Istruzione

«Niente tirocini in ateneo, noi condannati all'ignoranza»: lo sfogo di uno studente pugliese

Stefano Minervini - studente

«L’Università di Bari mostra un totale disinteresse, mostra di aver letteralmente sprecato le oltre 5000 dosi di vaccini somministrate, per rimanere in Dad»

Affido queste riflessioni alla stampa, perché ho fiducia nell’importanza e nel ruolo che i giornali svolgono. Sono riflessioni sicuramente dettate dalla rabbia e da mesi e mesi di tante piccole e grandi delusioni, ma anche dall’atroce consapevolezza di tutto ciò che non posso e non voglio scrivere, ma che quotidianamente vivo all’interno dell’Università.
Apprendo con rammarico dal post su Facebook di un’associazione studentesca che per delibera del Senato Accademico, i tirocini di ogni tipo e tutte le altre attività in presenza, verranno sospese almeno fino al 31 maggio 2021. Non entro del merito del mio caso particolare, ma rimango esterrefatto nel rilevare una tale inerzia e indifferenza davanti ad una generazione di promettenti studenti che si avvia a diventare una generazione di lavoratori incompetenti. Ci state condannando all’ignoranza. Saranno autorizzati solo i tirocini per gli studenti di medicina. È notevole il lavoro che coloro che lavorano nel mondo della sanità stanno compiendo in questi mesi, ed è sicuramente importantissimo. Ma non posso esimermi dal notare che i medici non sono l’unica categoria professionale di cui un Paese al collasso, come l’Italia, ha bisogno. Occorrono operatori ben formati nel settore agroalimentare, nel settore turistico, in ambito economico, abbiamo bisogno di insegnanti, psicologi, scienziati, fisici, chimici, biologi. L’Italia, la Puglia, hanno bisogno di studiare, lavorare, scoprire, innovare! È grazie alla scienza e alla conoscenza che ci salveremo, non con la paura e l’indifferenza. Ignoranza è uguale a morte. Morte cerebrale, culturale della nostra Puglia e della nostra Italia.

L’Università di Bari mostra un totale disinteresse, mostra di aver letteralmente sprecato le oltre 5000 dosi di vaccini somministrate, per rimanere in Dad. Io non discuto sulla necessità di adottare misure di contenimento della pandemia, evidentemente necessarie. Ma che l’Università si assuma la responsabilità di bloccare ogni attività per altri due mesi (fino al 31 maggio), quando nessun documento nazionale o regionale prevede provvedimenti oltre il 30 Aprile, francamente mi sembra assurdo. Sento montare dentro di me una rabbia indicibile. In questi mesi non sono state diminuite le tasse universitarie, a fronte di un servizio chiaramente deficitario; in alcuni dipartimenti si è deliberatamente scelto di non riprendere le attività in modalità mista quando previsto; decine di biblioteche e archivi sono state e sono tuttora chiuse con le scuse più disparate; e ora anche i tirocini curricolari sono sospesi per altri due mesi. Personalmente non metto piede nel mio Dipartimento da oltre un anno, non per causa mia. Penso che nei momenti più bui e tenebrosi debbano venir fuori le potenzialità migliori di una persona come di un ente con tanto potere tra le mani come la nostra Università, ma mi rendo conto che le mie aspettative sono troppo alte. Mi rendo conto che questo «restare al Sud» sta diventando una barzelletta per incatenarci in un sistema che non si vuole riprendere. Perché è una questione di VOLERE. Rimaniamo impanati in questa melma, mentre la scienza, il futuro, la cultura si allontanano. Anzi, rimanete, perché io certamente non resterò. Con somma delusione, ma con la speranza invitta che altrove potrò coltivare più serenamente i miei sogni e spendere tutto il mio amore per la scienza.

Privacy Policy Cookie Policy