l'iniziativa

Bari, mascherine ai bisognosi: «avvocati di strada» in azione

FULVIO COLUCCI

In farmacia l’acquisto di dispositivi di protezione da donare ai senza dimora

BARI - La campagna parte con un hashtag: #mascherinasospesa e senza troppi giri di parole. Sull’esempio napoletano del «caffè sospeso», pagato al bar e lasciato, in maniera anonima, a chi non può permetterselo, l’associazione «Avvocato di strada» avvia in 55 città italiane un’iniziativa che prende spunto da questo tipo di (buona) azione gratuita per adattarla all’ingente e urgente necessità di dotare le persone in situazioni di estrema povertà - un esempio i senza fissa dimora - di dispositivi di protezione anti-covid (mascherine, gel disinfettante).

«È un’iniziativa per fare qualcosa di semplice e concreto per chi ha subito conseguenze nell’epoca del covid» si legge sul sito avvocatodistrada.it dove sono fissati anche i limiti temporali dell’iniziativa: dal 10 dicembre al 31 gennaio del prossimo anno. In alcune città si aiutano già i meno abbienti utilizzando questa formula per distribuire gli strumenti protettivi contro l’epidemia a chi non può permetterseli. E a Bari? «Ci stiamo preparando» spiega Nicola Antuofermo, referente dello sportello barese degli «Avvocati di strada» la onlus che si occupa di difendere persone senza fissa dimora e per la quale lavorano 14 volontari tra legali già abilitati alla professione e dottori in legge.

In Puglia gli sportelli dell’associazione sono distribuiti nelle sei province a Foggia, Cerignola, Andria, Bari, Taranto, Brindisi e Lecce. A Bari la macchina organizzativa sta mettendo a punto i dettagli dell’operazione di solidarietà. Ci vorrà ancora qualche giorno ma si vuol garantire la miglior partenza, senza intoppi. «Stiamo contattando le farmacie e i tabacchini - spiega l’avvocato Antuofermo - per ottenere l’adesione al progetto. Una volta raggiunto l’accordo lasceremo nei negozi dei contenitori con le nostre guide scritte in cui illustriamo l’iniziativa e chiediamo aiuto ai cittadini. Chi vorrà aderire potrà acquistare mascherine e gel da destinare anonimamente ai senza tetto. I dispositivi raccolti in questi contenitori saranno poi distribuiti dai volontari dell’associazione ai bisognosi. Nei punti che conosciamo essere luogo di frequentazione abituale da parte delle persone di cui ci prendiamo cura: all’esterno della stazione di piazza Moro piuttosto che nei pressi dei dormitori. La distribuzione - aggiunge il referente dell’associazione Nicola Antuofermo - avverrà, ovviamente, in forma anonima».
Il progetto #mascherinasospesa vive un piccolo paradosso. Gli «avvocati di strada» organizzano la distribuzione dei dispositivi di protezione, ma l’attività professionale svolta in difesa di chi non ha le risorse economiche per permettersi un legale è ferma dal mese di marzo, da quando, cioè, fu imposto il lockdown, il confinamento nazionale.

«Il nostro sportello è chiuso da allora - ricorda l’avvocato Antuofermo - e per rispettare le rigide norme anti-covid non abbiamo potuto ricevere più nessuno. Cert, abbiamo raggiunto qualche nostro assistito e abbiamo spinto perché, almeno durante il lockdown fossero mitigati gli effetti penali dei provvedimenti presi nei confronti delle persone che non avendo una casa si trovavano per strada violando, di fatto, il confinamento domestico». I numeri parlano chiaro e riflettono l’ennesima emergenza sociale: «Fino allo scorso anno - conclude Antuofermo - esaminavamo in media 40 pratiche in 12 mesi. Quest’anno soltanto 6. Abbiamo perso l’80 per cento degli assistiti».

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