cultura
Dal divano al museo la quarantena culturale: ecco i siti pugliesi e lucani «aperti» sul web
Da Trani a Lecce, da Canosa a Matera, tutti gli indirizzi
È giusto proclamare #io resto a casa, ma sono lunghe le giornate per noi costretti a clausura da Covid 19. Condizione peraltro privilegiata rispetto a quanti combattono sul fronte di questa assurda ma autentica guerra, e sempre più numerosi ne restano talvolta vittime. Così al netto di notiziari ansiogeni e di ripetizioni ciarliere sul contagio restano da gestire molte ore di resistenza. Certo, ci sono whatsapp e i social, la Tv e la radio, i vecchi film, i video, i libri, i giornali, la musica, la ginnastica, i giochi solitari.
Ma per chi ha voglia di arti della visione perché se ne occupa per professione, vocazione o diletto, proliferano – in ordine sparso e in modi spesso non esaltanti - le occasioni di sostituzione virtuale o fruizione alternativa alla chiusura di musei, gallerie e mostre. Di prime iniziative sul web a livello nazionale ho riferito sulla Gazzetta il 14 marzo: sia di fondazioni private che di Musei pubblici e del Ministero dei Beni e Attività culturali. Nel frattempo altre sono apparse o sono annunziate. E nelle nostre regioni, in Puglia e Basilicata, che cosa accade in particolare? Non parlo delle poche, coraggiose e fragili gallerie private. Dalla chiusura possono magari trarre occasione per tirare il fiato. Forse sottoscrivendo quel che mi disse Nicola De Benedictis, mitico direttore del Centro Sei di Bari, in una delle ricorrenti fasi in cui si parlava in Italia di crisi del mercato dell’arte: «Ma quale crisi? Per me non cambia niente: non ho mai venduto un quadro…». Del resto non se la passano bene, quanto a personale risorse e attrezzature tecnologiche, nemmeno le strutture che fanno capo al Mibact. Direzioni regionali e Soprintendenze varie hanno risposto con zelo all’appello lanciato dal ministro Franceschini (proprio sotto l’egida «io resto a casa»), attivare iniziative di fruizione e animazione in rete dei loro tesori culturali. Nei fatti i singoli musei, castelli e parchi hanno puntato a incrementare sui loro siti e sui social le immagini dei materiali di cui disponevano. Alcuni simulando con tecniche semplici (fotografie, brevi video, riprese da smartphone) tour virtuali delle loro sale, oppure focus su singole opere, anche a puntate. Da una prima occhiata segnalerei Castel del Monte, il Museo Archeologico di Canosa, la Galleria Nazionale «De Vanna» di Bitonto, il Castello di Copertino. Nel MARTA – il Museo Archeologico di Taranto - il tour avviene con «visite guidate» alle opere più rilevanti. Il Parco Archeologico di Venosa offre una app, «Inventum», che consente una visita in 3D. Qua e là qualche proposta di interazione col pubblico. Come gli inviti del Castello di Trani a fare e mandare disegni su di sé, o dell’Anfiteatro Romano di Lecce di mandare vecchie fotografie sul suo luogo, fatte o trovate. Ma anche qui altre scoperte o novità sono possibili.
Sul moderno-contemporaneo, promette bene la mostra «virtuale» di noti fotografi pugliesi organizzata dal Museo Pascali di Polignano, «visitabile» dal 30 marzo. Intanto ha postato su youtube alcuni dei «corti» su luoghi tematici di Puglia realizzati nel 2019 per il progetto interregionale Puglia -Croazia «Artvisionplus» guidato da Nicolai Ciannamea. Fra le «guide» alcuni noti colleghi giornalisti: Raffaele Gorgoni sul trenino fra Lecce e il Capo, Pino Bruno sulle rovine «metafisiche» di Segezia, Enrica Simonetti su Taranto vista dal suo Faro. O attrici come Nunzia Antonino su Canne della Battaglia. Da Matera, Palazzo Lanfranchi propone un raro documentario del 1962 su Lucania 61 il grande telero di Carlo Levi che lì è esposto (regia di Massimo Mida, vi appaiono l’artista e Mario Soldati).
Un articolato progetto «CRA! -La cultura resta accesa» è stato lanciato dal Polo bibliomuseale di Lecce (fa capo alla Regione Puglia) con l’Università del Salento: per la distribuzione digitale di «contenuti di patrimonio culturale del territorio» estratti da archivi locali. L’iniziativa è in progress anch’essa, su youtube si possono vedere brani di concerti di musica più o meno popolare eseguiti in Palazzo Comi a Lucugnano (registrazioni raccolte dal DAMS dell’Ateneo leccese). Mentre dalla Biblioteca Bernardini di Lecce viene «BIbliando»: un progetto di «racconto collettivo» ideato da #Wu Ming, noto gruppo bolognese di cultura alternativa, che potrà crescere col contributo spontaneo di concorrenti. Una sorta di cadavre exquis surrealista – sembrerebbe. Stimolo intelligente alle creatività represse da questo annus horribilis, non a caso bisesto, che resterà inciso non solo nella memoria ma nella vita futura di ciascuno di noi.