Le storie dal fronte
Attacchi a Israele, «Noi pugliesi e lucani nel terrore di Tel Aviv»
Il racconto dell'ingegnere di Mesagne e della studentessa lucana che sono bloccati sotto le bombe
BRINDISI - «Quando l’allarme suona con la filodiffusione per strada, c’è un minuto e mezzo per mettersi al sicuro nei bunker... Adesso dicono che i missili possono venire anche dal Nord e quindi c’è il rischio di restare chiusi dentro anche uno o più giorni. E non è semplice con un bimbo di pochi mesi...». Dopo ore di ricerca di contatto - prima su whatsapp quindi sulla posta elettronica -, ecco che Emanuele Spada, 44 anni, mesagnese, ingegnere delle telecomunicazioni, supplier management di Boeing Israel da 5 anni dopo circa 11 in Alenia Aeronautica, oggi Leonardo, riesce a comunicare. È nella sua casa a qualche chilometro a nord da Tel Aviv, dove vive con la moglie israeliana e con i loro figli di 4 anni e 4 mesi.
Come fate a restare collegati col mondo?
«La parola “mondo” mi fa venire in mente il mio padrino che, come messaggio nei giorni pre-cresima mi disse: “Vedi di essere un cittadino del mondo”. Ho cercato di interpretare quel messaggio ed avere sempre una visione ampia di cosa siamo e di che cosa facciamo parte, con un legame forte a quelle che sono le mie radici... Ebbene, come resto collegato al mondo?, rivisitando le mie radici, fatte di amici che in questi giorni/ore hanno fatto sentire vicina la loro presenza».
Dicono che Tel Aviv sia una città spettrale, nessuno per strada… Come fate ad approvvigionarvi?
«A Tel Aviv come in altre città nel centro/sud del Paese è come vivere un costante Covid-lockdown e quindi i negozi di generi alimentari sono per ora aperti con alcuni prodotti che man mano vanno ad esaurirsi... oggi per esempio non riusciamo a trovare il Similac per il nostro bambino di 4 mesi... Un’altra cosa c’è in comune con il periodo Covid, l’invisibilità del virus che è simile a quella di chi semina terrore. Un terrorista e un virus possono cambiare la vita tua e di chi ti sta intorno in un attimo...».
Si è passati da un clima di massima allerta, come da sempre in Israele, alla guerra...
«Prima di sabato in realtà, come sempre qui in Israele, si è svolta una vita normale fatta di famiglia, amici, lavoro ed hobby se le persone ne hanno il tempo».
L’essere in guerra, questa volta, da cosa si percepisce rispetto alla sensazione di perenne conflitto che si respira in Israele?
«Chi, come me, è in Israele da anni la vive come la prima volta, quindi con estrema preoccupazione e con nottate in bianco pronti a scappare nel rifugio... Chi invece è nato ed ha vissuto qui, negli scontri/operazioni precedenti aveva di certo più self-control... Questa volta, però, anche per il forte shock dell’azione dei terroristi, qualcosa è cambiata... Inoltre la popolazione arriva stremata da un conflitto politico a causa dei disaccordi con le politiche interne del governo in carica».
Cosa è rimasto di «normale» in questi giorni nella vita di famiglia?
«L’aspetto positivo è che riesco a stare molto di più con mia moglie ed i bambini».
Cosa vi hanno detto le autorità per questi primi giorni di caos?
«Semplicemente di restare a casa ... Ma non ve ne era bisogno».
E quest’ultima riflessione, ironica, lascia intuire come Emanuele stia assorbendo quella cultura dell’ironia che da sempre è nel Dna del popolo ebraico. Un rumore di fondo dal telefono e senti anche in Italia che la moglie è tornata a casa avendo trovato il latte per l’ultimo di casa.
Sai che ci sono tanti italiani ancora bloccati per via dei voli annullati?
«Sì... leggo anche dai gruppi su Facebook e di tanti tentativi di trovare dei voli per rientrare in Italia o comunque di lasciare Israele. Anch’io sono con le valigie pronte. Sono in contatto con le autorità diplomatiche italiane e so che stanno facendo rientrare prima i turisti. Spero di rientrare anch’io nei prossimi giorni. Sono in contatto con l’Ambasciata italiana in Israele ma per ora non vi sono conferme... mi hanno scritto che daranno precedenza ai turisti presenti sul territorio israeliano e comprendo la scelta e definizione delle priorità... In fondo io, vivendo qui da anni ed iscritto all’Aire (l’Associazione italiana residenti all’estero; ndr) forse dovrei essere più preparato a gestire la “paura”... anche se avere un bambino di 4 mesi ed uno di quasi 4 anni credo potrà aiutarci ad avere un minimo di priorità».
E allora?
«Ci vediamo in Italia!».
Israele, 24enne lucana chiusa nel Campus
SANT’ARCANGELO - Il rumore delle bombe sopra i cieli di Israele e a Gaza fanno rumore nel mondo ma rimbombano anche tra le pareti di una casa lucana, a Sant’Arcangelo. La casa della famiglia Di Lorenzo. Papà Vito, dall’altro lato del telefono, risponde inizialmente con un tono basso di voce, all’apparenza calma e non si risparmia quando gli chiediamo di raccontarci quello che è accaduto negli ultimi giorni, nelle ultime ore. Angela, 24 anni compiuti quattro giorni fa, si trova in un campus universitario israeliano. È partita a fine settembre in Erasmus dal Politecnico di Torino, dove studia Ingegneria Chimica. «Angela sta preparando la tesi di laurea per la specialistica- ci spiega il signor Di Lorenzo- ed è la prima del Politecnico a fare questa esperienza in Israele».
«Ci sentiamo il più possibile- continua- siamo riusciti anche a fare delle videochiamate e per fortuna finora è stata in condizioni di sicurezza, nel bunker in seguito agli allarmi e dei razzi che sorvolavano la zona. Tutto sommato è tranquilla. Si era iscritta negli elenchi della Farnesina già da sabato. A tal propositi ringrazio per l’interesse dimostrato il consigliere regionale Francesco Piro, i ministri Tajani e Casellati, che hanno anche contattato Angela e che si stanno adoperando con l’Ambasciata per farla tornare il prima possibile».
«Sto seguendo con grande apprensione le sorti dei due italiani ostaggi di Hamas e di tutti i nostri connazionali in Israele- si legge in un tweet della Ministra- Stamattina ho sentito al telefono Angela di Lorenzo, una studentessa lucana che si trova a Be’er Sheva, per l’Erasmus in Israele. Sta bene e, ad ora, si trova al sicuro nel campus, dopo il raid di Hamas. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani insieme al Presidente Giorgia Meloni e al Governo stanno facendo tutto il possibile per garantire ai cittadini italiani che si trovano in Israele sicurezza e incolumità».
Il vice sindaco di Sant’Arcangelo Roberto Fantini ringrazia le istituzioni che si stanno adoperando e che «hanno contattato tempestivamente la nostra concittadina Angela Di Lorenzo che si trova in questo momento in Israele per un Erasmus, rassicurando i familiari».
La studentessa lucana, che è partita da sola ma che ora si trova assieme ad un’altra ragazza italiana conosciuta in Israele, potrebbe rientrare entro pochi giorni in Italia.
E quando chiediamo a papà Vito se, una volta atterrata, Angela tornerà a Sant’Arcangelo, risponde: «non lo so. Quello che è certo è che ovunque atterrerà l’aereo noi saremo lì ad aspettarla».