Scenari
Tra la Puglia e i Balcani la più grande portaerei Usa
La «Ford» è entrata nel Mediterraneo «tallonata»da una rompighiaccio russa. Gli esperti: mai vista così a sud
Pare che gli Stati Uniti sapessero con anticipo del “graffio” del leader dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. Un’informazione che però non sembra abbia avuto un ruolo nella scelta di spostare la più grande nave da guerra al mondo, la portaerei nucleare americana USS Gerald R. Ford, al centro del Mar Adriatico, grosso modo in corrispondenza di una linea ideale che unisce Trani e Pristina, la capitale del Kosovo.
Il mastodonte (332,9 metri di lunghezza, a bordo oltre 75 aerei e 5.500 persone), è al largo della Puglia certamente dal 20 giugno. Aveva attraversato lo Stretto di Gibilterra cinque giorni prima «tallonata», a una ventina di ore di distanza, dalla rompighiaccio russa Aleksandr Sannikov. Cosa ci faccia una rompighiaccio a queste latitudini è un bel mistero. La sua presenza ha sollevato perplessità anche tra chi crea questi robustissimi natanti. Per esempio, la società di ingegneria finlandese Aker Arctic Technology Inc. ha commentato su Twitter: «L’Aleksandr Sannikov non è mai stata così a sud. Progettata per temperature invernali di -50°C e mari gelidi nell’Artico russo, un viaggio di mezza estate nel Mar Mediterraneo pone la rompighiaccio all’estremo superiore delle sue condizioni ambientali».
Contando che il Mare Nostrum in alcuni punti sta raggiungendo i 18 gradi, vien quasi la tentazione di dar credito ai numerosi “spifferi” di imbarcazioni russe “insospettabili” trasformate in piattaforme per lo spionaggio. Limitandoci alla cronaca, possiamo dire che il 20 giugno, mentre la «Ford» si piazza a Nord di Bari, la Aleksandr Sannikov è nello Ionio, tracciata da Marine Traffic. Quel giorno, grazie ai siti specializzati Italmilradar.it e Flight Radar 24, sappiamo che in Adriatico parte dalla portaerei nucleare un elicottero MH-60R Seahawk per pattugliamento marittimo e lotta antisommergibile; da Sigonella, sorvolando il territorio pugliese, arriva sulla «Ford» l’aereo da supporto logistico imbarcato Grumman C-2 Greyhound e la Marina statunitense manda sullo Ionio, con decollo da Ragusa, il Boenig P-8A un velivolo specializzato nella guerra antisommergibile e antisuperficie a lungo raggio.
Il forum americano U.S. Naval Institute (l’Usni è stato fondato nel 1873 e si picca di essere un’organizzazione indipendente; ndr), ha fatto notare che la «Ford» è la terza portaerei, dopo la USS George HW Bush e la USS Harry S. Truman, a stazionare nel Mediterraneo da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Anche le precedenti “ospiti” hanno scelto la medesima collocazione adriatica, fino allo scorso aprile, quando andò via la «Bush». Segno che le esigenze di impiego non sono mutate affatto dal 24 febbraio 2022, neppure alla luce della sortita Wagner.
Annunciando questa missione mediterranea, il contrammiraglio Greg Huffman (comandante del Gruppo Navale della «Ford», il Carrier Strike Group 12), ne ha definito gli obiettivi in questi termini: «La nostra presenza in mare durante tutto il dispiegamento assicurerà ai nostri alleati e partner che le rotte marittime rimarranno aperte e le nostre operazioni congiunte dimostreranno il nostro impegno per l’interoperabilità e la stabilità marittima».