I dati
Oggi è la giornata mondiale della libertà di stampa: Tunisia tra i paesi che perdono più posizioni
La classifica annuale redatta da Reporter senza Frontiere
La Tunisia è tra i Paesi che hanno perso più posizioni nella classifica mondiale annuale della libertà di stampa, pubblicata da Reporter senza frontiere (Rsf). Passa infatti dal 94/o al 121/o posto su 180 Paesi, perdendo 27 posizioni. Rsf giudica la Tunisia presieduta da Kais Saied "sempre più autoritaria e intollerante alle critiche della stampa».
«Dalla rivoluzione del 2011 che ha cacciato il presidente Ben Ali fuori dal paese, la Tunisia ha vissuto una transizione democratica con molti colpi di scena. Il colpo di stato del presidente Kaïs Saïed nel luglio 2021 ha sollevato timori di un declino della libertà di stampa», scrive Rsf, sottolineando come "la crisi economica ha indebolito l’indipendenza di molte redazioni, dominate da interessi politici o economici, e ha minato il nascente pluralismo mediatico»."
I media locali dipendono da inserzionisti privati, alcuni dei quali detengono quote del loro capitale e possono essere vicini all’ambiente politico, un contesto che minaccia l’indipendenza editoriale della redazione. I loro introiti pubblicitari dipendono anche dal loro pubblico, e il calcolo è scarsamente regolamentato e molto contestato», scrive ancora Rsf che denuncia infine come «l'intimidazione dei giornalisti sta diventando un luogo comune e i reporter devono spesso affrontare la violenza dei manifestanti tunisini. Un nuovo limite è stato raggiunto il 14 gennaio 2022, quando un corrispondente di diversi media internazionali è stato picchiato e una decina di altri giornalisti sono stati brutalizzati mentre seguivano una manifestazione, e nel febbraio 2023, con l’arresto del giornalista e direttore della radio Mosaïque, Noureddine Boutar».