Missione abissi
Dispersi in Adriatico 5 bombardieri Usa: forse decollati dalla Puglia nella II Guerra Mondiale
Ricercatori dell’Università del Delaware: ne abbiamo ritrovati 3 al largo della Croazia
«Durante la II Guerra mondiale cinque bombardieri americani B-24 Liberator si sono schiantati nel Mar Adriatico trascinando nell’abisso anche le ventitré persone che erano a bordo e oggi tre di quei velivoli sono stati individuati con certezza al largo della Croazia». A darne notizia è l’Università del Delaware sul proprio sito ufficiale (Udel.edu). Proprio di quell’Ateneo, infatti, sono i ricercatori cui si deve la scoperta. Come spiega il capo della missione, il prof. Mark Moline della School of Marine Science and Policy dell’accademia di Newark: la localizzazione è stata resa possibile utilizzando droni subacquei che hanno scansionato il fondale marino.
Moline è co-fondatore di Project Recover (Progetto Recupero), un’organizzazione che utilizza tecnologie subacquee per aiutare a rintracciare e rimpatriare i resti degli oltre 80.000 membri delle Forze armate americane e civili al servizio degli Stati Uniti dispersi durante la II Guerra e altri conflitti. Al suo fianco, c’è la U.S. Defense POW/MIA Accounting Agency (DPAA), l’Agenzia del Dipartimento della Difesa statunitense che, operativa dal 15 gennaio 2015, si occupa del ritrovamento dei corpi dei soldati americani prigionieri di guerra o dispersi in azione.
Dopo anni di ricerche e contatti con le autorità locali, avendo buoni margini di certezza di tornare a casa con qualche risultato, questa estate Moline ha guidato un team multidisciplinare di esperti alla ricerca degli aeromobili precipitati nel Mar Adriatico e, in effetti, ne hanno trovati tre al largo della Croazia.
Come spiega il vasto articolo pubblicato da Udel.edu e firmato da Katy O’Connell, le profondità che raggiunge questo mare (la profondità media è di 252,5 metri e la massima è di 1.233 metri), hanno reso imprescindibile l’impiego di droni subacquei. D’altro canto, come sottolinea Dan Davis, membro della facoltà del Luther College in Iowa e archeologo capo della missione, proprio l’«abisso» ha contribuito a preservare i luoghi dell’incidente.
I droni-sub hanno raccolto una enorme massa di dati che sono stati elaborati grazie all’applicazione di intelligenza artificiale. «Gli aerei che stiamo cercando sono raramente intatti, il che richiede molto più della nostra visione umana per interpretare i dati», ha detto Leila Character, borsista post-dottorato dell’Università del Delaware che sta aiutando il team a sviluppare un algoritmo che automatizza il processo di revisione, restringendo automaticamente le immagini del sonar solo a quelle che sono probabili candidate per ulteriori esplorazioni.
Purtroppo, non sono stati resi noti gli identificativi dei velivoli ma non è affatto escluso che possano essere decollati dalla Puglia, col loro equipaggio, col loro carico missili e di di bombe da 1200 kg a 3600 kg e forse anche con qualche spia.
Lo scorso febbraio - riporta Abruzzolive.it - è stato identificato il B-24H Liberator americano i cui resti erano stati segnalati sparsi tra i blocchi rocciosi dell’alta Valle del Forcone, al cospetto di Cima Murelle. L’aereo era partito dalla base di Castelluccio dei Sauri, in provincia di Foggia, e avrebbe dovuto farvi ritorno insieme agli altri bombardieri al termine del raid in Austria. Aveva il numero di serie 42-95239, apparteneva al 727° Bomber Squadron (451° Bomber Group “Heavy”) ed era stato soprannominato «Ape» (“scimmia”). Anziché tornare in Puglia, si schiantò sull’impressionante parete Nord del Monte Acquaviva il 4 novembre 1944. Ai comandi del B-24H c’era il sottotenente William R. Young e con lui a bordo c’erano altri 10 membri dell’equipaggio, con età compresa tra i 20 e i 29 anni tutti deceduti e in seguito insigniti delle onorificenze Air Medal e Purple Heart. Di questi sfortunati aviatori ben sette – fra i quali anche il pilota Young – sono stati sepolti in Italia nel Cimitero americano di Firenze.
Il 26 febbraio 1945, invece, furono paracadutati di notte sul ghiacciaio Sulztaler Ferner proprio da un bombardiere B-24 decollato da Bari, il tedesco Frederick Mayer, l’olandese Hans Wijnberg e Franz Weber, ex ufficiale della Wehrmacht (l’esercito tedesco). I tre «infiltrati» in territorio nemico dovevano raccogliere informazioni su convogli e rifornimenti da inviare via radio ai comandi di Bari, per dirigere così bombardamenti mirati sulle forze armate del Terzo Reich, soprattutto al passo del Brennero. La loro storia - come riportammo su queste pagine il 22 agosto 2018 a firma del collega Armando Fizzarotti - ispirò il regista Quentin Tarantino che realizzò il famosissimo film “fantastorico” di guerra «Bastardi senza gloria» interpretato, tra gli altri, da Brad Pitt.