mobilità dolce
Matera, nuovi stalli ma bike sharing fermo
Il Comune acquista i portabiciclette. Nel cassetto il servizio a pedalata assistita. Cento posti per incentivare l’accessibilità ciclabile dello spazio urbano
MATERA - Mobilità dolce a due facce nella città dei Sassi. Da un lato il Comune vara la fornitura di portabiciclette, per un numero complessivo di 100 posti da installare sul territorio comunale, tenuto conto che i vecchi modelli di rastrelliera installati in città non consentono l’uso da parte di biciclette caratterizzate da pneumatici molto larghi.
Dall'altro, invece, il servizio del bike sharing partorito da oltre un decennio resta nel libro dei sogni a fronte di un notevole dispendio di risorse. Il Settore Polizia Locale del quale è dirigente il comandante Paolo Milillo, lo scorso 8 agosto ha approvato una determina che prevede la fornitura di nuovi portabiciclette, un provvedimento, viene sottolineato che va nell'ottica di «aumentare la fruibilità e l’accessibilità ciclabile dello spazio urbano, conformemente agli importanti obiettivi di incremento dell’uso della bicicletta e alle misure di sostegno alla mobilità ciclistica fissati dagli attuali strumenti di pianificazione della mobilità».
Si tratta una una iniziativa che punta anche ad «incoraggiare l’utenza ad un maggiore utilizzo delle rastrelliere, disincentivando fenomeni di sosta impropria su pali ed altri elementi di arredo urbano». Peccato, però, che il servizio con mezzi a pedalata assistita non sia mai decollato e le biciclette siano accantonate in qualche deposito del Comune. Già dal 2011 si parlava del bike sharing ma l'intervento era rimasto inattuato a quanto pare per una errata programmazione nel software di gestione. Nel 2019, anno della Capitale Europea della Cultura si erano nuovamente accesi i riflettori sul bike sharing, In quella circostanza l'avviso pubblico indetto dall'Amministrazione comunale era risultato vano. Nessuna società era risultata in possesso dei requisiti previsti dal bando.
Il bike sharing era scaturito attingendo ai fondi del Programma Operativo Fesr 2007 - 2013 della Regione Basilicata per un importo di 500mila euro e prevedeva la realizzazione di 7 stazioni nel perimetro urbano di cui due in prossima dei parcheggi di via Saragat e via Pasquale Vena. Era prevista l’installazione di un servizio di videosorveglianza composto da 14 telecamere e la dotazione di 48 biciclette a pedalata assistita e alcuni computer con relativo software di gestione. I tempi per l’attuazione del servizio, con progettazione esecutiva e cantierabile nel luglio 2011, erano previsti entro dicembre dello stesso anno.
Pio Abiusi dell’Associazione Ambiente e Legalità, che già aveva segnalato il 28 aprile 2019 alla Corte dei Conti l’anomala vicenda delle piste ciclabili prima realizzate e poi sparite, lo scorso luglio ha inviato un nuovo esposto evidenziando che l’intervento «è stato riammesso a finanziamento per 317mila 871 euro a valere sui Fondi Pac e che neppure il bando del 2019 sortì un effetto positivo» chiedendo, dunque, se vi sia stato spreco di risorse pubbliche.