calcio femminile

«Women Matera», la favola rosa del calcio che aiuta a demolire pregiudizi

Nanni Veglia

Le straniere inseguono la A, le italiane centrano riscatti. Serie C, il tecnico Lanzolla: « Abbiamo dato lustro a una regione che prima era considerata una Cenerentola.

Il calcio è sempre più «rosa» e Matera non fa eccezione. La nuova favola sportiva che nasce e cresce è quella della «Women Matera Città dei Sassi».

Allegria, amicizia e spirito di gruppo. Masticando, pane e pallone. Sono i piccoli e semplici ingredienti di cui si ciba lo spogliatoio della giovane squadra di mister Giuseppe Lanzolla, che in meno di due anni si è fatta strada e compete con le migliori squadra della serie C del calcio femminile.

La realtà calcistica materana è fatta di tante storie diverse che vedono nel calcio una sorta di reazione alle difficoltà della vita quotidiana e che puntano, in un futuro non molto lontano, ad avvicinare molte ragazze materane al calcio femminile. «Abbiamo belle storie di ragazze venute da difficoltà familiari e che tramite calcio hanno vissuto un riscatto sociale – sostiene il tecnico Lanzolla -. È bello vedere come tra di loro si aiutino e come cresca l’affiatamento. Questo è il valore dello sport, inteso come crescita, unione, socializzazione, altruismo e stare insieme».

Lavorare in realtà come quella lucana, tuttavia, non è facile, neanche per una società che la sua scommessa la sta vincendo nella perplessità generale. «I sacrifici per portare avanti un campionato nazionale sono tanti, sia economici che in fatto di competenze e professionalità. Nel calcio femminile la Basilicata prima era considerata la Cenerentola, perché manca la cultura. Grazie a noi oggi riconoscono il calcio lucano, abbiamo strabiliato le platee nazionali e dato lustro alla città e alla regione. Però manca la giusta riconoscenza dalle istituzioni e dagli organi federali. Come crescere? Innanzitutto superare ogni tipo di campanilismo ed evitare episodi spiacevoli come quello che ci è capitato a Potenza lo scorso anno, quando non fummo invitati ad un torneo a sfondo sociale e i responsabili ci ignorarono. E poi lavorare sui settori giovanili, per competere con squadre del Centro Nord è necessario avvicinare ragazze e trovare talenti locali».

La «matricola terribile» della scorsa stagione, che faceva impazzire le grandi, oggi è diventata una importante realtà, che naviga nella media classifica e si sta togliendo anche qualche sfizio in più di una semplice salvezza, obiettivo dichiarato della società del presidente Filippo Ragone. «Stiamo facendo bene, ma i risultati ci stanno molto stretti per come giochiamo e per quanto siamo competitive, meriteremmo una migliore classifica», taglia corto l’esperta centrale di centrocampo Leandra Milena Baldassarra, che spiega il segreto di questa squadra. «Siamo un bellissimo gruppo dentro e fuori dal campo; proveniamo quasi tutte da fuori e quindi viene semplice frequentarci anche dopo le partite. Matera è poi una città carina, a misura d’uomo. Il tempo libero? Giochiamo a calcio e guardiamo le partite; la settimana scorsa abbiamo visto le ragazze della Roller, una bella realtà di uno sport come l’hockey piacevole e divertente».

Baldassarra, di Terni, si ispira a Modric («Ha un tocco di palla unico al mondo») e del calcio ha sempre fatto una malattia. «Ho amato questo sport da bambina vedendo fratelli e amici giocare. I miei genitori hanno appoggiato la mia scelta e ho fatto ciò che mi piace. La cosa più bella è vedere la gente che ti ferma per strada e ti chiede curiosità sull’essere calciatrice - conclude Leandra -; ci stiamo rendendo conto che la città, dai più giovani agli adulti, è sempre più interessata al nostro mondo».

Ha il sangue caliente e l’istinto del gol il bomber Maria Orteu Palau. Catalana di Torregrossa, ha come modello due celebri connazionali, come Jennifer Hermoso, madrilena che gioca in Messico, e Alexia Putellas, di Barcellona e vincitrice di due palloni d’oro. «Sin da bambina volevo giocare a calcio, ma facevo pattinaggio artistico e pallacanestro, perché giocare a pallone con i ragazzi per una ragazza esile come me era rischioso, e mia mamma aveva paura mi facessi male. Poi però vicino casa mia – racconta Maria - è sorta una squadra di calcio femminile e sono corsa subito a giocarci, da lì è iniziata la mia carriera. A Matera sto bene, si è creato un bell’ambiente, ci alleniamo con voglia e allegria».

Chi invece studia per diventare Cristiano Ronaldo è Gergana Ilicheva, attaccante bulgara, giunta a Matera nella sessione di mercato invernale, ma con le idee ben chiare e già punto fermo del gruppo. «Il mio idolo? Me stessa, e poi Ronaldo – scherza, ma non troppo -. Adoro il calcio e guardo fissa al mio obiettivo, che è di giocare in serie A. A Matera però sto benissimo, ho trovato gente disponibile e ospitale, e la società ci è sempre vicino. Il calcio femminile è cambiato tanto, con la nascita di nuove società, i mondiali, il pallone d’oro; aspetti – aggiunge Gergana – che ne hanno aumentato la popolarità, con i media, le tv e i social che danno gran risalto alle calciatrici. E così la gente ci segue».

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