sassi murati

Matera, «Si aprano le botteghe nei locali sottratti agli abusivi»

Donato Mastrangelo

Quindici immobili destinati ad ospitare il «Quartiere degli Artieri» sono inutilizzati

MATERA - La prima stretta, per liberare i locali occupati abusivamente dall'autunno del 2019 nei Sassi, fu annunciata prima del G20 Esteri e Sviluppo del giugno 2021. Di fatto, però, gli immobili situati nel cosiddetto Quartiere degli Artieri tra via Sole e vico Conservatorio, e destinati secondo un progetto della Cna ad ospitare le botteghe artigiane, furono definitivamente sgomberati e murati a fine dicembre dello scorso anno attraverso una operazione delle forze dell'ordine. Un intervento che aveva visto la presenza sul posto anche del Centro Immigrazione, dei servizi e assistenti sociali, delle organizzazioni di accoglienza, della Caritas Diocesana, del 118 e dell'Azienda sanitaria di Matera. Il Comune, proprio alla luce dell'occupazione abusiva e degli atti vandalici perpetrati ai locali posti nel Sasso Barisano, aveva revocato l'assegnazione provvisoria del settembre 2020 rientrando in possesso delle quindici unità immobiliari che occupano una superficie complessiva di circa 800 metri quadrati.

Adesso gli artigiani, che hanno manifestato l'interesse a fruire degli spazi, chiedono che venga emanato un bando affinché finalmente il Quartiere degli artieri diventi non soltanto un luogo dedicato alle botteghe ma una vera e propria fucina in grado di innescare nuove opportunità per lo sviluppo locale. L'ambizione è quella di mettere a valore i saperi della manualità coniugando i nuovi strumenti dell'innovazione anche attraverso l'istituzione di una scuola-accademia dei mestieri. Cna, a prescindere dal contenzioso che si era aperto con tanto di ricorso al Tar, ha manifestato la propria disponibilità a riprendere il progetto che verrebbe sostenuto anche dalla Confartigianato.

«Siamo pronti a dare la nostra disponibilità al Comune - dichiara Leo Montemurro, presidente regionale della Cna - perché riteniamo che il Quartiere degli Artieri possa rappresentare un modello non soltanto per la città di Matera e la nostra regione ma per l’intero Mezzogiorno tenuto conto della specificità in cui è situato. Non a caso abbiamo anche ricevuto manifestazioni di interesse da parte di importanti istituzioni culturali che operano al di fuori della Basilicata. L’attuazione di un mini distretto della creatività artigiana e del design rappresenterebbe una assoluta novità. Stiamo parlando di un progetto assolutamente inclusivo e sostenibile che, tra l’altro, punta anche a coinvolgere i migranti. In tal senso era stata avviata una interazione con Arci e Banca Etica per favorire l’avvio di iniziative imprenditoriali destinate a cittadini italiani e stranieri. Rammento, inoltre - prosegue Montemurro - che avevamo anche manifestato la disponibilità a farci carico dei lavori di riqualificazione dei locali attraverso un sistema di scomputo sui canoni di locazione. Qualunque possa essere la formula per la ripartenza del Quartiere degli Artieri il fattore tempo gioca un ruolo determinante».

Quindici locali in tutto, dei quali 5 che non superano i 40 metri quadrati, 6 variano dai 40 ai 50, 4 oltre i 50 metri quadrati, uno di circa 18 ed il più grande di quasi 90 metri quadrati. Spazi che fanno gola, ad un comparto, quello dell’artigianato artistico che dopo il boom di Matera 2019 e la crisi dovuta all’emergenza pandemia vorrebbe trovare un nuovo elemento identitario per promuovere la propria immagine.

«Il Quartiere degli Artieri - afferma Christian Andrisani, che crea manufatti in terracotta nella sua bottega in via delle Beccherie - potrebbe essere una ulteriore vetrina per il nostro comparto. Il luogo è quello ideale tenuto conto che si potrebbero promuovere attività formative e seminari aperti anche al pubblico». «Non possiamo aspettare in eterno - dice Margherita Albanese, titolare di una bottega artigianale in via Rosario e responsabile del settore Artistico e Tradizionale della Cna. «Crediamo nel progetto che punta a valorizzare i locali ora inutilizzati nei Sassi. Certamente per tutti noi sarebbe una opportunità per continuare ad investire il nostro futuro in questa terra e non cercare lavoro altrove».

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