appello pubblico alla classe politica locale
Lecce, 50 musicisti della Filarmonica si ribellano: «Un'orchestra non è un mobile di bassa fattura»
Una lettera aperta dai toni durissimi accende il dibattito sulla gestione della cultura. Si denunciano tagli immotivati, silenzi istituzionali e un modello di organizzazione basato sul «risparmio creativo»
Una lettera aperta dai toni durissimi accende il dibattito sulla gestione della cultura a Lecce. I musicisti dell'Orchestra Filarmonica, dopo aver rinunciato alla Stagione Lirica 2025, rivolgono un appello pubblico alla classe politica locale. Denunciano tagli immotivati, silenzi istituzionali e un modello di organizzazione basato sul "risparmio creativo" che, a loro dire, mina alle radici la qualità artistica e il rispetto per il lavoro musicale.
"Quale modello di cultura musicale vogliamo per il nostro territorio?", si apre così la lettera, che poi prosegue. "C’è una narrazione che da tempo serpeggia, strisciante e pericolosa, quella secondo cui un’orchestra sarebbe poco più di un’accozzaglia di strumenti e persone intercambiabili, da assemblare all’ultimo minuto come un mobile di bassa fattura. Tanto — si dice — il risultato è lo stesso. Ebbene, nella nostra città, l’Orchestra Filarmonica di Lecce e tutti i musicisti coinvolti da oltre un mese che hanno rinunciato ad altre opportunità di lavoro per impegnarsi nella realizzazione della Stagione Lirica di “Teatro di Tradizione” della Provincia di Lecce nel Dittico Pagliacci di R. Leoncavallo e Arlecchinata di A. Salieri, hanno avuto l’ardire di smentire questa comoda e offensiva narrazione.
Dopo aver contribuito, insieme all’Ente Provincia di Lecce che ne ha la titolarità, fin dal 2022 a riportare in scena il “Teatro di Tradizione” nella nostra città (ahinoi sospeso per anni a causa di note vicende) e partecipato con impegno e professionalità alla realizzazione dell’opera Rigoletto nell’ambito della stagione 2025, ai musicisti vengono comunicati tagli immotivati ai giorni di prova di lettura, fondamentali e necessari, così come accade in qualsiasi contesto musicale professionale, per ottenere una qualità artistica dignitosa degli spettacoli proposti.
Seguono richieste di chiarimento inviate tramite due PEC che purtroppo, con nostro grande stupore, non ricevono alcuna risposta, sia da parte dell’Ente Provincia di Lecce che da parte della Direzione Artistica.
Un silenzio che pesa più di qualsiasi nota stonata.
A quel punto, all’orchestra non resta che prendere una decisione per difendere la propria identità, la propria professionalità e il proprio nome. Una decisione che oggi potrebbe sembrare rivoluzionaria.
Non per capriccio. Non per dispetto.
Ma per non consegnare al pubblico — e alla città — un prodotto indegno di una Stagione Lirica che dovrebbe essere vanto, orgoglio e fiore all’occhiello dell’Ente che la realizza e di tutto il territorio, e non un mero esercizio di risparmio creativo.
Perché un’orchestra non nasce per “magia”. Non si improvvisa, come purtroppo è successo.
Non funziona il “tanto è uguale” oppure “Questa o quella per me pari sono”, come canta il Duca di Mantova nel Rigoletto. Un’orchestra cresce insieme, si costruisce nel tempo, prova dopo prova, errore dopo errore, con dedizione, studio e pazienza. E noi ci siamo sforzati, con le due comunicazioni ufficiali, di far comprendere queste fondamentali, indispensabili e minime necessità artistiche.
E così è accaduto l’impensabile:
in un primo momento gli stessi musicisti sono stati ricontattati singolarmente con una proposta di contrattualizzazione diretta da parte della Provincia, che è stata declinata in blocco rinunciando alle giornate di lavoro pur di difendere la qualità e non continuare a essere implicitamente trattati come se fare musica non fosse un lavoro, ma un hobby da esercitare senza tutele, senza rispetto, senza voce. Poi, da parte dell’organizzazione, si è svolta una vera e propria “pesca a strascico” pur di completare l’organico nei tempi ormai agli sgoccioli, rete in cui sono finiti ragazzi senza esperienza e alcuni musicisti convocati dal nord Italia, una decisione estrema che per la produzione ha comportato tutto quello che ne consegue, ovvero spese di viaggio, vitto, alloggio e cachet. Una sconfitta ulteriore per un territorio che vanta un panorama musicale che nulla ha da invidiare alle altre realtà fuori regione.
E allora sì, cari politici: nel cambio di orchestra per il dittico Arlecchinata e Pagliacci non è stata la musica a venire meno, ma il rispetto per quanti hanno deciso di fare della musica la propria ragione di vita e per un territorio da sempre attento e sensibile a un’offerta culturale di qualità che permetta alla nostra città di essere ammirata non solo grazie al patrimonio architettonico e storico, ma anche a quello musicale.
Perciò il fulcro di tutta questa vicenda non sta nella decisione presa dall’orchestra ma:
-in una Direzione Artistica che si è dimostrata inadeguata ai livelli qualitativi ai quali era abituata la Stagione Lirica di “Teatro di Tradizione” di Lecce, pretendendo eccellenza come per magia, senza concedere condizioni artistiche sufficienti;
-in un sistema burocratico prigioniero del “risparmio creativo”;
-in chi invoca la cultura musicale ma la gestisce come un fastidio contabile.
Il nostro sogno è che venga compreso dalla classe politica che fare cultura musicale richiede visione, impegno e sinergia fattiva da parte di tutti.
Pertanto, per i prossimi anni cosa dobbiamo aspettarci? Improvvisazione o cambiamento verso una seria pianificazione culturale musicale?
Noi ci crediamo ancora e siamo pronti ad investire ancora energie per la crescita culturale musicale del nostro amato territorio".
Lettera firmata da: Antonio Bene, Roberta Mazzotta, Elisa Pennica, Biro Stefan Tiberiu, Naida Ingrosso, Elena Borlizzi, Sofia Maria de Franco, Maurizio Borrega, Riccardo Paglialunga, Paola Musio, Victoria Taurino, Davide Codazzo, Ester Esabon, Alessandra Targa, Vincenzo Convertini, Farina Gabriele, Greco Alfonso, Antonio Grassi, Gianvito Lovecchio, Luciano Eleazaro Fuso, Sabrina Santoro, Scarafile Mario, Davide Caiaffa, Daniele Pozzessere, Matteo Mazzotta, Ludovico Centonze, Antonio Vergine, Giuseppe Lillo, Tafuro Cosimo, Pacifico Tafuro, Anna Carla Del Prete, Guerrieri Gabriele, Gabriele Rizzo, Coluccia Ennio, De Paolis Mario Michele, Elisa Caricato, Monte Gabriele, Martina Lauretti, Giovanni Battista Ruta, De Fabrizio Carla, Santoro Antonio, Palmisano Francesca, Simone Barletta, Chirizzi Alessia, Lazzari Maria Irene, Gira Diego, Sticchi Chiara, Marco Pagliara, Musarò Federico, Del Prete Pier Paolo.