Il caso

Polemica per le assunzioni in Lupiae Servizi: la Fiadel chiede la revisione dei bandi

Gaetano Gorgoni

Ma il presidente della società non arretra: va tutelata la massima partecipazione

La società Lupiae servizi non farà alcun passo indietro sui bandi del 27 novembre per 51 assunzioni: la posizione è stata ribadita con un comunicato stampa del presidente Luca Pasquino in risposta alla diffida della Fiadel, arrivata dopo la proclamazione dello stato di agitazione di Confintesa. C’è, però, da parte della società, la disponibilità a incontrare i sindacalisti e a riaprire un dialogo già da domani. Il nodo è rappresentato dai requisiti richiesti per l’accesso ai concorsi destinati a nuove assunzioni, che per Fiadel risultano sproporzionati e tali da penalizzare i lavoratori interinali da anni impiegati nei servizi della società partecipata.

Il presidente Pasquino definisce «generica» la richiesta di annullare i bandi. Secondo la società, le procedure sono pienamente coerenti con le norme che regolano il reclutamento nelle partecipate pubbliche, in particolare l’articolo 19 del Testo Unico e l’articolo 35 del decreto legislativo 165/2001, che impongono trasparenza e imparzialità. Pasquino nega l’esistenza di qualsiasi obbligo a favorire personale già presente in azienda o lavoratori somministrati, sottolineando come un automatismo del genere contrasterebbe con la natura dei concorsi, che devono restare aperti e non discriminatori.

Il presidente precisa anche che l’esperienza degli interinali non sarebbe stata ignorata, ma considerata complemento utile ai requisiti formativi previsti. Richiamando il Dpr 487/1994, Pasquino ribadisce che la selezione deve tutelare la massima partecipazione, ma nel rispetto di standard professionali adeguati. Quanto alla contestazione sul numero delle assunzioni, Sgm assicura che rispettano i limiti stabiliti dal Documento unico di programmazione e dal piano triennale del fabbisogno. Da qui la critica alle «interpretazioni fuorvianti» attribuite, a suo dire, dal sindacato alla società.

Fiadel, però, rilancia, affermando che la questione non è solo formale ma sostanziale: «I bandi, pur presentandosi come aperti, imporrebbero requisiti altamente specifici che molti interinali non possiedono non per mancanza di competenze, ma perché l’azienda non ha mai previsto percorsi formativi per ottenerli». Questo, secondo il sindacato, finisce per svuotare di valore l’esperienza pluriennale maturata sul campo e crea una «selezione indiretta»: non una discriminazione esplicita, ma un effetto che limita l’accesso proprio di chi ha già svolto quelle mansioni.

Fiadel cita anche la giurisprudenza, ricordando che una procedura è davvero trasparente solo quando evita barriere non necessarie. E pone tre interrogativi: «Perché oggi diventano indispensabili certificazioni mai richieste in passato? Qual è la reale coerenza tra fabbisogno e requisiti? In che modo si tutela l’uguaglianza se chi ha già lavorato nei servizi viene sistematicamente svantaggiato?». Per questo il sindacato chiede una revisione immediata dei bandi, eliminando i titoli non essenziali e valorizzando davvero l’esperienza acquisita. Nonostante le posizioni distanti, Lupiae Servizi si dice disponibile a un confronto, previsto per venerdì 5 dicembre nella sede di via Foscarini. Un appuntamento che si preannuncia decisivo per capire se la frattura potrà essere ricomposta o se lo scontro sui bandi continuerà a pesare sui rapporti tra azienda e sindacati.

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