sanità
Ospedali in Salento, tagli in vista a Galatina e a Casarano
La riorganizzazione Asl: stop a Punto nascita e la Radiologia di Galatina e anche per Cardiologia e Nefrologia all'ospedale di Casarano
Forbici pronte per il Punto nascita e la Radiologia di Galatina, ma anche per Cardiologia e Nefrologia di Casarano, che si trasformano in strutture senza autonomia gestionale. Lo definisce l’Atto aziendale, atteso da anni e anni, che prevede la riorganizzazione dei servizi, ma dovrà fare i conti con i territori e con i sindacati. In più le regionali sono alle porte e quindi pare scontato che la palla passerà alla prossima legislatura.
Al momento è la bozza di un atto previsto dalla legge che Asl Lecce sinora non era riuscita a portare a compimento in quanto si è sempre arenato nelle secche regionali. Consegnato a Bari dalla direzione strategica di Asl Lecce (direttore generale Stefano Rossi, direttore sanitario Maria Nacci, direttore amministrativo Yanko Tedeschi) a maggio, nei giorni scorsi è stato inviato ai sindacati per giungere a una concertazione. E i tremori già serpeggiano anche se, va detto, occorre tenere conto della carenza di specialisti e personale non medico, ma soprattutto dei casi trattati che spesso sono inferiori ai target fissati da Agenas quali soglie di sicurezza per il paziente e gli operatori sanitari.
Nel documento relativo all’organizzazione aziendale Asl Lecce osserva: «Un dato rilevante ai fini della programmazione delle attività e dei servizi sanitari e sociosanitari è connesso all’incremento della popolazione maggiore di 65 anni, che nel periodo in esame è aumentata di 1.861 abitanti rispetto al 2023, di 21.371 rispetto al 2014 e di 54.237 rispetto al 2004, a fronte di una rispettiva diminuzione, nella fascia di età 0-14, di 1.881 abitanti rispetto al 2023, di 20.907 rispetto al 2014 e di 33.186 rispetto al 2004».
Temi, quelli dell’indice di vecchiaia e della denatalità, ormai un refrain da anni. Dal 2002, in provincia di Lecce, si evidenzia dapprima un progressivo aumento della popolazione sino al 2012, seguito da un decremento dall’anno 2013.
Per Asl Lecce, «questi cambiamenti demografici sono dovuti negli anni di crescita della popolazione a fenomeni immigratori e ad un aumento della natalità», prevalentemente dovuto agli stranieri, «mentre la progressiva riduzione appare strettamente correlata al fenomeno migratorio che interessa in particolar modo i giovani in cerca di un’occupazione e ad una contestuale riduzione della natalità, accompagnata da un aumento della popolazione anziana. Infatti, dall’analisi dei dati, si conferma il trend nazionale che vede una popolazione caratterizzata da indici di vecchiaia e di invecchiamento in sistematico aumento».
Il trend di nascite nella provincia di Lecce, dal 1999 al 2024 mostra una forte riduzione del numero di nati, che ha avuto il picco nel 2000, per poi raggiungere il valore minimo nel 2023 con un incremento di 125 nuovi nati nel 2024. Questo il punto su cui si basa la scelta di ridurre il numero di punti nascita. D’altra parte il mantenimento di quello di Galatina è stato un compromesso per raffreddare le tensioni sui territori, per cui i piani ospedalieri hanno previsto qualche forzatura per concedere qualcosa agli ospedali periferici.
La nuova organizzazione si articola su 20 dipartimenti: Cardiovascolare, Medicina e Specialistiche, Nefrodialitico e Urologico, Oncoematologico, Chirurgia e Specialistiche, Ortopedico e Neurotraumatologico, Materno Infantile, integrato Emergenza-Urgenza, Diagnostica di Laboratorio, Diagnostiche per Immagini, del Farmaco, Medicina Immunotrasfusionale, Assistenza Territoriale, Prevenzione, Salute Mentale, Dipendenze Patologiche, Medicina Fisica e Riabilitazione, Rete Ospedaliera, Amministrazione Finanza e Controllo, Servizi Tecnici e Patrimonio. I dipartimenti, a loro volta, si articoleranno in 142 strutture complesse (con autonomia di budget), 88 Unità operative semplici a valenza dipartimentale e 128 Unità operative semplici.
Nel documento vengono poi enunciati i buoni propositi: l’impegno a contrastare il fenomeno del mobbing e a promuovere il benessere organizzativo anche mediante la rilevazione sistematica del “clima” organizzativo aziendale; la garanzia di pari opportunità tra uomini e donne riconoscendo a queste il ruolo significativo che esercitano nell’Azienda; la piena attuazione dei protocolli regionali attraverso accordi che disciplineranno nel dettaglio i rapporti con l’Università.