il problema
Spiagge, coste, lungomare: il Salento diventa sorvegliato speciale
Forze dell’ordine schierate contro ambulanti e spacciatori. Tensione anche per le aggressioni a sfondo sessuale
LECCE - Una turista Svizzera in vacanza nel Salento è stata molestata qualche sera fa da energumeni ubriachi che l’hanno avvicinata in spiaggia. La ragazza è riuscita ad allontanarsi da sola, recarsi presso un vicino stabilimento balneare e chiedere aiuto. Lo avevamo anticipato nella seconda parte del reportage dedicato alla recrudescenza di fenomeni illegali diffusi e variegati sulle coste di Puglia. È accaduto martedì sera su un tratto di spiaggia libera tra Porto Cesareo e la località di Torre Lapillo. La turista, circa 30 anni, in Salento dalla Svizzera, abita in una casa poco distante dal litorale, insieme al fidanzato. Si trovava da sola però l’altra sera quando correndo, spaventata, ha raggiunto uno stabilimento balneare agitando le mani come a chiedere aiuto.
«In un primo momento non abbiamo capito cosa stesse accadendo, abbiamo solo spiegato da lontano che eravamo in chiusura», spiega un giovane collaboratore della struttura. Quella donna però continuava ad agitarsi «allora ci siamo avvicinati e abbiamo capito che la questione era più seria». La turista infatti ha raccontato di essere stata avvicinata ad alcuni stranieri in spiaggia, in evidente stato di alterazione alcolica. «Le avevano rivolto apprezzamenti poco gradevoli, manifestando intenti sessuali e il fatto che lei fosse da sola, e che ormai fosse calata la sera le ha fatto temere il peggio. Ci ha spiegato che era riuscita a scappare, ma era da sola, chiedeva aiuto», paralizzata dalla paura.
Così i ragazzi sono scesi in spiaggia «c’era un uomo ubriaco, sembrava un venditore abusivo, blaterava qualcosa poi ha iniziato a rivolgerci improperi invitandoci a farci gli affari nostri», continua uno dei dipendenti della struttura. La situazione sarebbe potuta degenerare, ma i giovani corsi ad aiutare la turista svizzera non hanno ceduto alle provocazioni ed anzi, dopo aver calmato la ragazza, l’hanno accompagnata in cinque fino a casa. «L’indomani è tornata a ringraziarci accompagnata dal fidanzato».
Una storia a lieto fine, monca però della denuncia da parte della vittima alle forze dell’ordine, fondamentale per ricostruire con esattezza la vicenda e soprattutto risalire ai responsabili dell’accaduto. Un episodio isolato, in una provincia, quella di Lecce, dove nelle ultime settimane, dati alla mano, la morsa al collo della criminalità organizzata che siede nella cabina di regia dello sfruttamento di venditori ambulanti abusivi, spacciatori, lavoratori in nero per citare solo alcune tra le piaghe più purulente, è stretta. Con cadenza praticamente giornaliera, in modalità random in lungo e in largo sui litorali, scattano i blitz interforze coordinati da prefettura e questura.
«E sarà così, senza sosta, fino alla fine dell’estate», fanno sapere dai vertici. Tanti uomini in campo, dai comandi provinciali, caserme, commissariati, brigate, uffici locali marittimi. Un’azione mirata, non episodica, che rappresenta la risposta concreta dello Stato alla volontà di decapitare prima l’iceberg di quella che passa per consuetudine ma è totale rispetto di una lunga serie di regole legge, fino ad arrivare poi alle basi. Togliere ossigeno al crimine, pressare, stare col fiato sul collo e ridisegnare le mosse sullo scacchiere dei controlli estivi.
Non più dunque operazioni una tantum che facciano statistica, ma una pressione costante che sfibri i veri pupari del malaffare.
Sulle coste della provincia di Lecce dunque, ci saranno altri controlli, nei prossimi giorni, rigorosamente senza preavviso e in orari differenti, tanto sul demanio quanto nelle aree interne. Carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia locale, capitaneria di porto sono in piena attività sul territorio, mentre la torre di controllo non conoscerà sosta né ferie, grazie a un turnover costante.
Sulle spiagge al momento sono rimasti pochissimi venditori ambulanti. Nel territorio di Porto Cesareo, ad esempio, non c’è traccia delle due bande di marocchini e tunisini, venuti più volte alle mani negli ultimi giorni per la spartizione delle piazze di vendita e di quelle di spaccio.
Una calma apparente, in realtà, che cela sotto la cenere, la brace di umori più che agitati per una azione di contrasto a tappeto. Non di sola repressione, però si vive, perché occorre soprattutto prevenzione. Resta importante, fondamentale però anche il ruolo di ogni singolo cittadino, intanto nel non prestare il fianco a tutto ciò che non è a norma, dall’acquisto di merce contraffatta alla mancata richiesta di scontrini e ricevute fiscali per citare i casi più semplici, e poi nel denunciare fidandosi e affidandosi alle forze dell’ordine.
La sicurezza pubblica è un diritto ma anche un dovere. Di tutti.