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Lecce, imponevano slot machine ai locali: chiesti 40 anni di carcere per i quattro fratelli De Lorenzis di Racale

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Lecce, imponevano slot machine ai locali: chiesti 40 anni di carcere per i quattro fratelli De Lorenzis di Racale

Nel processo di primo grado nato dalla maxi inchiesta «Clean Game», sui presunti affari illeciti con le slot machine, in cui comparivano una trentina di imputati

Martedì 20 Maggio 2025, 14:13

RACALE -La Procura invoca la condanna per i quattro fratelli De Lorenzis di Racale nel processo di primo grado nato dalla maxi inchiesta «Clean Game», sui presunti affari illeciti con le slot machine, in cui comparivano una trentina di imputati.

Davanti ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio), nell’udienza di ieri, il pm Carmen Ruggiero ha chiesto la condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione per Saverio, Piero e Pasquale, e a 9 anni per Salvatore De Lorenzis.

Per tutti gli altri imputati il pm ha chiesto il non doversi procedere per prescrizione.

Le arringhe difensive inizieranno il 20 ottobre. Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Gabriella Mastrolia, Luigi Covella, Francesco Fasano, Andrea Cera, Biagio Palamà, Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Piccinni, Vincenzo Venneri, Gianpiero Tramacere, Ladislao Massari, Luigi Suez, Stefano Pati, Mauro Marzano, Giancarlo Zompì, Americo Barba, Mario Ciardo, Enrico Gargiulo. In una precedente udienza, il pm aveva chiesto la modifica del reato di associazione mafiosa in quello di associazione per delinquere, ma con l’aggravante del metodo mafioso per i De Lorenzis ed altri imputati. Nel marzo 2015, il Tribunale del Riesame accolse il ricorso dei legali dei fratelli De Lorenzis in merito all’accusa di associazione mafiosa. La Procura impugnò la sentenza, ma anche la Corte di Cassazione ritenne insussistente il reato contestato. Nel corso del processo, sono stati acquisiti i verbali di cinque collaboratori di giustizia. Intanto, si è già concluso con una sola condanna e la prescrizione del reato per tutti gli altri imputati, il processo sulla compravendita di schede di gioco contraffatte.

Nel febbraio del 2015, il gip Antonia Martalò emise 27 ordinanze di custodia cautelare e dispose il sequestro del patrimonio riconducibile all’associazione per circa 12 milioni di euro (successivamente i beni vennero dissequestrati).

Le indagini della Guardia di finanza cominciarono nel 2010, dopo alcune segnalazioni anonime. Tra le persone ai vertici del sodalizio, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato Salvatore De Lorenzis, considerato “il re delle slot machine”. Secondo l’accusa, l’organizzazione imponeva agli esercenti di bar e tabaccherie in numerosi comuni specie del Basso Salento il noleggio di slot machine manomesse riconducibili alle società dei De Lorenzis.

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