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Lecce, l’ora di accelerare la salvezza passa da Verona

Antonio Calò

Il doppio ex Benussi: i giallorossi hanno tutto per farcela, devono crederci

LECCE «In coda, la classifica si muove poco. L’Empoli non vince dall’8 dicembre, il Lecce dal 31 gennaio. Il Venezia, fatta eccezione per il successo colto con il Monza, ha ottenuto soprattutto pareggi. Parma, Verona e Cagliari hanno centrato qualche colpo in più e, proprio per questo motivo, hanno una situazione di classifica più tranquilla, pur non essendo del tutto al sicuro. Tutto ciò lascia supporre che la quota-salvezza sarà bassa, forse a 32 punti. Il prossimo turno sarà quindi molto interessante e potrà fornire indicazioni significative, tanto che potrebbe avere una importanza-chiave». A parlare è Francesco Benussi, portiere che nella propria carriera ha indossato la maglia del Lecce nel 2005/2006, nella prima parte dell’annata 2006/2007, nel 2007/2008 e nel 2008/2009, per poi giocare con il Verona nel 2014/2015. È quindi un doppio ex della squadra salentina e di quella scaligera, che si sfideranno domenica, alle 15, al «Bentegodi». L’estremo difensore originario di Mestre, inoltre, è cresciuto calcisticamente nel Venezia, altra compagine impelagata nella bagarre-permanenza, ed ha vestito la casacca della formazione arancioneroverde nel 1999/2000, nella prima metà della stagione 2002/2003 e poi nel 2003/2004 e nel 2004/2005.

«Il trentaseiesimo turno proporrà due match che avranno un peso specifico di primo piano in ottica-salvezza - dice Benussi -. Mi riferisco a Verona-Lecce ed Empoli-Parma. Imponendosi, veneti ed emiliani si tirerebbero del tutto fuori dalle zone a rischio e lascerebbero le rivali dirette a battagliare con il Venezia per quella quart’ultima posizione che sarebbe l’unica utile per restare in massima serie. C’è però il rovescio della medaglia, che è costituito dal fatto che, in caso di affermazione dei salentini e dei toscani, scaligeri e ducali, pur conservando un piccolo margine, ripiomberebbero in zona minata, anche alla luce del calendario complicato che l’undici guidato da Cristian Chivu avrà negli ultimi due turni. A questo si aggiunga che il complesso allenato da Eusebio Di Francesco giocherà lunedì, conoscendo i risultati delle altre pericolanti, contro una Fiorentina che dovrà sparare tutte le sue cartucce nell’odierna semifinale di ritorno di Conference League. Insomma, si preannuncia una giornata pirotecnica. Sono convinto che, sia nei bassifondi della graduatoria che nella bagarre per la qualificazione alle coppe europee, dalla quarta posizione in giù, possa accadere di tutto».

Il Lecce, che passando a Parma il 31 gennaio aveva dato l’impressione di avere intrapreso la strada giusta per restare in A, si è arenato nelle dodici gare seguenti ed ora rischia grosso: «Chi parte con l’obiettivo di conservare la categoria deve mettere in preventivo dei lunghi periodi di astinenza dai successi. Capita in tutte le stagioni. Molto dipende anche dalle avversarie che ci si trova di fronte e dal momento in cui si trovano sulla propria strada perché è diverso duellare con una big prima o dopo una sfida di coppa oppure dopo che ha avuto una intera settimana per preparare la partita. Nei periodi di difficoltà bisogna restare agganciati al treno-salvezza, evitare di perdere la fiducia, continuare a credere in se stessi e dimostrarsi vivi. Ebbene, ho seguito il confronto dei salentini con il Napoli ed hanno fatto la propria parte sino in fondo, al netto di taluni errori che, contro le “grandi”, si pagano a caro prezzo. Anche gli episodi fanno la differenza: per qualche centimetro la palla può terminare in fondo alla porta oppure sul palo o sulla traversa e cambia tanto in termini di punti conquistati».

La formazione allenata da Marco Giampaolo stenta a finalizzare: «È così, ma anche le altre squadre a rischio di retrocessione hanno difficoltà ad andare in rete. Pur in una situazione non semplice, penso che il Lecce abbia i mezzi per restare in A, anche perché l’ambiente è compatto. Nel match con il Napoli il “Via del Mare” ha spinto alla grande ed i calciatori lo sentono».

Benussi dedica infine un pensiero a Graziano Fiorita: «Quando ho militato nel Lecce lui ha iniziato a lavorare con la prima squadra. Ricordo che abbiamo cercato tutti di metterlo a proprio agio. Era un bravo ragazzo ed un ottimo professionista. La sua morte è stata un brutto colpo. Sono certo che i calciatori giallorossi ci terrebbero a centrare la permanenza, oltre che per se stessi, per il club e per i supporter, anche per lui. Raggiungere il traguardo sarebbe la migliore conclusione di una annata particolare sotto diversi profili».

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