palazzo carafa
Lecce, meno emissioni e meno auto: passi avanti verso la città «green»
In commissione qualche schermaglia ma anche convergenze sul «piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima» da portare in consiglio
LECCE - Completamento della rete ciclabile, efficientamento degli edifici pubblici, con fotovoltaico su ogni tetto, aumento delle zone verdi e piantumazione di migliaia di nuovi alberi, allargamento e tutela delle zone a traffico limitato sono solo alcuni dei punti di un progetto che renderà la città capoluogo più green. Ieri, a Palazzo Carafa, si è tenuta l’ultima discussione sul Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile ed il clima), che poi sarà sottoposto al voto (sicuramente favorevole da quello che è emerso), sempre all’interno della stessa Commissione Ambiente, prima del passaggio finale in Consiglio.
Lo studio associato Pagliula si è occupato della raccolta dati e redazione di questo documento.
Gli stessi esperti hanno redatto il piano anche per Aradeo e altri comuni. Il Paesc leccese è stato protocollato a dicembre 2024. «Tra i consulenti, che hanno dato un contributo per Lecce c’è anche l’ingegnera Serena Pagliula, ambasciatrice per il clima per l’anno 2025», ha detto la presidente di Commissione, Fabiola De Giovannni. Il Paesc è una strategia d’azione, ideata dall’Unione Europea nel 2008, che Lecce si applicherà nei prossimi anni per ridurre le emissioni nocive nell’aria e avviare una «transizione sistemica, energetica ed ecologica» della città. La raccolta dati si è sviluppata in circa 2 anni.
«L’iniziativa comunitaria viene recepita dalle singole municipalità su base volontaria, senza alcun obbligo - ha spiegato l’ingegnera Serena Pagliula - Lecce ha sottoscritto nel 2022 l’impegno a ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e della neutralità climatica nel 2050. Sono diverse le strategie suggerite: sull’efficientamento degli uffici pubblici e sull’illuminazione pubblica la città ha fatto molti passi in avanti (tutte le luci sono a led), ma si possono ancora applicare sistemi più intelligenti per controllare accensione e spegnimento. Si punta a disincentivare l’uso del mezzo privato a favore del pubblico. Il parco auto si sta rinnovando, registriamo nuove tendenze verso le auto ibride o elettriche. Ci sono mezzi alternativi per la mobilità soft, ciclopedonale, si usa di più il car sharing, la mobilità condivisa e i monopattini elettrici. Il piano dà linee di indirizzo per supportare la municipalità. Una serie di azioni per la mitigazione e l’adattamento».
I “consulenti” che hanno redatto il Paesc hanno suggerito una serie di azioni che anche l’amministrazione Poli sta già realizzando, se pensiamo ai parcheggi di scambio e agli interventi del Pums per rendere più efficienti i mezzi pubblici con più corse e minor tempo di attesa.
«Tante azioni messe in campo non possono che essere condivise: dalla realizzazione delle piste ciclabili all’efficientamento degli edifici pubblici, rimodulazione della zona a traffico limitato, verifica e miglioramento del trasporto pubblico e locale: azioni che vengono suggerite e che sono in continuità con quanto fatto dall’amministrazione precedente», ha affermato il consigliere di minoranza, Antonio De Matteis.
«Non si può non essere d’accordo con l’utilizzo della bicicletta oppure con la protezione del centro storico in alcune fasce orarie - ha rimarcato il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici Roberto Giordano Anguilla - Non si può non essere d’accordo con l’incremento delle aree a verde: non è il “cosa”, ma è il “come” si realizzano le cose».
La replica del consigliere De Matteis è tranchant: «Il come vi differenza dalla precedente amministrazione: 5000 parcheggi in più dipende da come vengono fatti: se gratis o a pagamento». Nonostante maggioranza e opposizione continuino a punzecchiarsi, il Paesc troverà ampie convergenze in Consiglio, perché in linea con l’idea europea delle città più sostenibili.