sanità
Farmaci scaduti e incuria a S. Cesario rischio chiusura per gli ambulatori Alpi
A fine marzo il Nas ha rilevato la presenza di materiale sanitario scaduto negli ambulatori dove i medici del Vito Fazzi di Lecce effettuano l’attività in Alpi
A fine marzo il Nas ha rilevato la presenza di materiale sanitario scaduto negli ambulatori dove i medici del Vito Fazzi di Lecce effettuano l’attività in Alpi: la direzione medica del presidio minaccia di sospendere l’attività erogata in libera professione e di sottoporre a provvedimento disciplinare chi dovesse risultare inadempiente. In precedenza è intervenuto il direttore generale, Stefano Rossi, con ordini di servizio volti a sanare l’incresciosa situazione. Giovedì scorso la direzione medica del Fazzi ha effettuato un sopralluogo nei locali situati al piano terra e al quarto del plesso “Antonio Galateo” a San Cesario proprio per verificare se gli ordini di servizio di Rossi sono stati ottemperati e se i rilievi del Nas fotografassero lo stato dell’arte. La nuova verifica della direzione medica è fissata per lunedì alla presenza dei 13 medici che svolgono l’attività in Alpi negli ambulatori di San Cesario.
Ambulatorio per ambulatorio sono state rilevate presenze “inquietanti” dal direttore medico del Fazzi, Anna Patrizia Barone, dal responsabile sanitario Alpi, Lucio Tricarico, dalla referente Alpi del Fazzi, Cinzia Genovese. In uno studio ginecologico è stato rilevato che il lavamani della stanza visite non eroga acqua, nonostante sia stato segnalato il problema all’Ufficio Tecnico; sono state trovate salviette scadute nel 2016; tamponi scaduti; set Intramed scaduto nel 2017; Citofix scaduto nel 2022; una busta poggiata a terra conteneva farmaci e parafarmaci; farmaci e integratori mischiati in un armadio, non suddivisi per medico e senza un ordine che tenga conto della data di scadenza o della categoria farmaceutica.
In più nella stanza accettazione ci sono un ecografo, un bisturi elettrico e una sterilizzatrice che forse non sono utilizzabili. A rischio anche la cassaforte perché il locale in cui è collocata non risulta adeguatamente protetto da eventuali manomissioni. In un altro studio in uso sempre ai ginecologi sono stati rinvenuti farmaci e integratori scaduti; nella stanza dove si effettuano le visite non è stato possibile esaminare l’armadietto a vetrinetta in quanto chiuso a chiave, ma erano visibili un fissativo scaduto nel 2017 e un contenitore sporco; confezioni di Septaman gel scaduto nel 2023 e in un’altra vetrinetta disinfettanti e altro materiale scaduto; la confezione di guanti presenti sull’ecografo è scaduta nel 2024; mentre in un armadio metallico c’erano disinfettanti e farmaci scaduti nel 2023. Nel bagno disabili la porta non funziona e non c’è acqua.
Questo al piano terra e al quarto la musica non cambia e ci sono addirittura divani in pessime condizioni coperti da lenzuola nelle sale di attesa. In un carrello portafarmaci e dispositivi è stato trovato materiale di vario genere, scaduto nel 2022; una lavanda Decovagin scaduta nel 2023; in un armadio metallico farmaci e dispositivi scaduti, ma anche confezioni di Citobrush scadute nel 2017 al pari di siringoni scaduti nello stesso anno. E poi guanti, telini sterili scaduti, aghi cannula e bisturi scaduti. Tutto questo negli spazi dove l’utenza apre il portafoglio e paga per avere una prestazione sanitaria, spesso per ovviare ai tempi di attesa che si registrano al Cup.