L'INCONTRO

Lecce, a Palazzo Adorno “Non è uno scherzo”, la campagna di sensibilizzazione contro il Catcalling

Presentata dall’associazione “Pari” con la Commissione provinciale pari opportunità contro una forma di violenza di genere attraverso attenzioni non consensuali e indesiderate

LECCE - «Il sabato sera fai pom###i?», «In italiano fai schifo, ma mi hanno detto che con la lingua te la cavi bene», «Vabbè, se ti vesti da pu###na…».
Queste sono solo alcune delle frasi che spesso, sempre più spesso purtroppo, le donne si sentono rivolgere in molti luoghi pubblici. Il target delle vittime è quasi sempre calibrato su adolescenti e ragazze tra i dodici e i diciotto anni, studentesse, che con grande fatica riescono a raccontare gli episodi che, in un modo o nell’altro, le hanno ferite moralmente e psicologicamente.

Il mostruoso fenomeno si chiama «Catcalling» ed è molto più di un semplice malcostume. È una forma molto diffusa di violenza di genere (il 79 per cento delle donne italiane ha dichiarato di aver subito la prima molestia in strada già prima dei 17 anni di età) che si realizza attraverso attenzioni non consensuali e indesiderate, come ad esempio gesti, fischi, commenti, strombazzate dall’auto, allusioni sessuali più o meno volgari. Non è un comportamento innocuo (come spesso viene rappresentato dal pensiero maschilista dominante), al contrario, può avere gravi conseguenze per le donne bersaglio, provocando ansia, depressione, rabbia, problemi di autostima e gravi ripercussioni sulla vita privata, su quella professionale e nelle relazioni interpersonali.

Questa mattina nella sede della Provincia a Palazzo Adorno di Lecce, l’associazione “Pari”, di concerto con la Commissione provinciale pari opportunità, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione pubblica contro il catcalling, dal titolo “Non è uno scherzo”. Si è fatto il punto sulle attività degli ultimi mesi, specie dei diversi incontri nelle scuole sul tema della violenza di genere, al fine di sensibilizzare tutte e tutti sulle molestie contro le donne nei luoghi pubblici.

L’associazione Pari ha raccolto numerose testimonianze di studentesse di età compresa tra 12 e 18 anni che, in maniera anonima, hanno raccontato quanto loro accaduto per strada, nei bar, sull’autobus o in altri luoghi pubblici.
La campagna di sensibilizzazione è aperta e offre la possibilità di condividere i contenuti grafici e testuali sui propri canali di comunicazione o in affissione nei comuni (chiunque volesse unirsi alla campagna può farlo seguendo il seguente link
https://drive.google.com/drive/folders/15RPwG3EJgPUKRZ8NucVAMMtNh9qLcwzd?usp=sharing oppure
scrivendo a pari.associazioneculturale@gmail.com.

«Il lavoro che abbiamo portato avanti nelle scuole in questi mesi sul tema – ha spiegato la presidente di Pari, Deborah Russo - ci ha restituito misura di quanto anche quelle molestie che sono socialmente ritenute innocue possono incidere pesantemente sulla vita delle persone. È emersa palese la necessità di approfondire questo tema, di non lasciare che questo lavoro restasse circoscritto alle mura scolastiche. Per questo abbiamo deciso di investire in una campagna di comunicazione che, creando una rete, trasformasse le testimonianze in quella consapevolezza che la nostra società non ha ancora raggiunto».

«Aderiamo e sosteniamo con convinzione il progetto – ha aggiunto la presidente della Commissione provinciale pari opportunità, Anna Toma - perché vi è necessità, al giorno d’oggi, di far chiarezza sul significato di molte parole e sulle modalità con cui le pronunciamo. Occorre comprendere che fischi, commenti e avance sessuali indesiderati sono vere e proprie molestie. È opportuno spiegare la differenza tra un complimento e l’abuso verbale. La sensibilizzazione e la promozione di una cultura finalmente libera da retaggi sessisti è la strada più efficace da percorrere per progredire verso una condizione di reale parità
e libertà».

«Tutti parlano di catcalling – ha evidenziato infine la docente di sociologia di Unisalento, Maria Chiara Spagnolo - e nonostante l’uso frequente del termine anglosassone l’impostazione culturale non sembra essere cambiata in questi ultimi anni. Tutti deplorano le condotte espressive violente e di molestia, ma nessuno sa esattamente quali siano, dato l’inusitato grado di genericità e vaghezza che contraddistingue ciascuna delle sue varie definizioni. A qualunque contesto specialistico appartengano, le varie definizioni di catcalling hanno due limiti: quello della circolarità (l’errore di definire qualcosa usando come definizione quello stesso qualcosa) e quello dell’empiricità (che si riduce a un elenco di casi concreti che hanno il
difetto di restare aperti a nuove espressioni offensive, capaci di camuffare la violenza e di aggirare le
censure per poi divenire un linguaggio. 

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