La richiesta
Specchia, il legale della mamma di Noemi Durini a Nordio: «No a permessi premio per chi commette femminicidio»
La 16enne fu uccisa dal fidanzato Lucio Marzo a Specchia (Lecce). Durante un permesso premio lo scorso anno il giovane venne fermato alla guida di un'auto, ubriaco
«Lo Stato dovrebbe garantire una giustizia che sia concreta per la sicurezza delle donne e delle famiglie e non concedere autori di tali fatti criminosi benefici e permessi premio. Ci troviamo di fronte ai familiari delle vittime che vivono il vero ergastolo nella vita, e gli assassini liberi dopo pochi anni, proprio come è accaduto a Lucio Marzo. Basta permessi premio a chi commette femminicidio, anche se minorenne». È una delle richieste avanzate al ministro della Giustizia Carlo Nordio dall'avvocato Valentina Presicce, legale della famiglia di Noemi Durini, la 16enne uccisa dal fidanzato, pure lui minorenne, nel settembre del 2017 a Specchia (Lecce). Al suo fianco, in prima fila in questa battaglia, Imma Izzo, la mamma di Noemi.
La ragazza, colpita con un coltello e con dei sassi, venne sepolta ancora viva sotto alcuni massi. Marzo è stato condannato a 18 anni e otto mesi di reclusione per omicidio volontario, premeditato e pluriaggravato, sentenza confermata in appello a giugno 2019. Tre anni più tardi ha potuto usufruire dei primi permessi premio. "Quale premio può essere concesso ad un assassino?", chiede il legale. "Ha iniziato a scontare la sua pena nell'Istituto penale minorile di Quartuccio, in provincia di Cagliari. Ma all'alba del 10 agosto dell'anno scorso venne fermato ubriaco alla guida di un'auto, dopo aver ignorato l'alt di una pattuglia della Polizia stradale, fingendo di fermarsi per poi ripartire a tutta velocità", ricorda l'avvocato.
"Dopo aver chiesto e ottenuto, proprio a seguito di questo gravissimo episodio, il trasferimento immediato di Marzo ad un carcere per adulti, abbiamo preteso di conoscere tutti i permessi premio concessi ad un soggetto evidentemente ancora pericoloso per la società e pochi giorni fa, proprio a ridosso della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, abbiamo ricevuto dal magistrato di sorveglianza l'elenco di tutti i permessi premio ottenuti: una lettura che ha fatto sprofondare la famiglia di Noemi nel dolore, come se la figlia fosse stata uccisa per la seconda volta dallo Stato", va avanti. "A Marzo è stato concesso, ad esempio, di recarsi allo stadio a tifare durante le partite del Cagliari e, cosa ancora più sconcertante, di frequentare una ragazza conosciuta sul posto di lavoro. Questo è lo Stato che dovrebbe tutelarci e proteggerci? Ha potuto lasciare la cella anche per recarsi alle urne ed esprimere il proprio voto in occasione delle politiche del 2022.
"Ci sono alcuni permessi premio sconcertanti - sostiene Presicce - tra quelli rilasciati a Lucio Marzo, tra cui sei giorni tra luglio e agosto 2023 per consolidare - è detto testualmente - la conoscenza di una ragazza conosciuta in ambito lavorativo». Per la presidente dell’associazione Astrea, «la cosa sconcertante è che Lucio Marzo andava a tifare allo stadio senza essere scortato dalla polizia penitenziaria ma ci andava accompagnato o dal titolare di un esercizio pubblico dove lavorava o dai volontari di un’associazione, come se fosse un libero cittadino. Dal 2021 praticamente quasi ogni mese ha beneficiato di un permesso premio, da 3 persino fino a 17 giorni al mese». Nel 2022, spiega ancora, «si è recato a votare per il rinnovo della Camera e del Senato, ecco perché con Imma abbiamo chiesto anche al ministro Nordio di abolire l’elettorato attivo e passivo per chi si macchia di delitti efferati anche se minorenne».
Lucio Marzo adesso ha 25 anni e si trova detenuto nel carcere di Bollate. «Ad oggi - conclude Valentina Presicce - non sappiano in realtà se gli siano stati concessi altri permessi premio. Dipende questo dalla valutazione del magistrato di sorveglianza. Noi chiediamo che questo sistema di giustizia minorile e di recupero che non funziona dovrebbe venga modificato . Chi si macchia di questi reati così efferati non può ricevere premi».