Il caso
Nardò, 9 indagati per la morte nel centro prove: la Regione fa dietrofront sul raddoppio della pista Porsche
La notizia degli indagati nel giorno in cui la Regione ha deciso di sospendere l’accordo di programma per il raddoppio della pista. Decisivi i rilievi del ministero dell’Ambiente al progetto
LECCE - Nove indagati, tra cui anche il Nardò Technical Center, dopo l’incidente mortale all’interno del centro prove della Porsche, costato la vita al driver salentino Mattia Ottaviano, il 21 febbraio scorso. Si tratta di un atto dovuto in vista dell’accertamento tecnico non ripetibile per ricostruire la dinamica dell’incidente, la cui notizia arriva proprio nel giorno in cui la Regione ha deciso di sospendere l’accordo di programma per il raddoppio delle piste che è stato oggetto di enormi polemiche.
Il 10 aprile verrà conferito l’incarico al perito incaricato di svolgere l’accertamento. Nell’elenco degli indagati ci sono, tra gli altri, i nomi dei legali rappresentanti del centro prove di Nardò, dei manager e del driver alla guida dell’auto che si è scontrata con la moto guidata da Ottaviano. Le accuse ipotizzate sono omicidio stradale ed omicidio colposo, «in relazione al sinistro stradale». La Nardò Technical Center risponde di un illecito amministrativo in relazione al reato di omicidio colposo «relativamente ai presidi precauzionali e di sicurezza dei luoghi di lavoro e lavoratori, adottati e/o adottabili, deceduto il lavoratore Ottaviano Mattia, stando allo statuto di gestione/utilizzazione della pista a Nardò in località “Fattizze” e alla sottesa politica e gestione d’impresa, nell’interesse e/o vantaggio della società medesima».
Gli indagati, difesi tra gli altri dagli avvocati Francesco Tobia Caputo, Donato Carbone e Paola Leone, potranno nominare un consulente di parte. Stesso discorso per i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Giulia Bonsegna e Cinzia Stefanizzi.
L’incidente è avvenuto il 21 febbraio. Mattia Ottaviano, 36 anni di Tuglie, driver di una ditta esterna, era alla guida di una moto Ducati Panigale in fase di collaudo. La moto si è scontrata con la Porsche Panamera condotta da un altro driver. Ottaviano, secondo una prima ricostruzione, avrebbe tamponato l’auto che lo precedeva lungo la stessa corsia di marcia. Lo schianto ha causato solo qualche ferita al collaudatore della macchina, ma non ha lasciato scampo al 36enne di Tuglie. A nulla sono serviti i soccorsi del 118, giunti sul posto insieme al pm Alessandro Prontera, alla polizia locale di Nardò e Porto Cesareo, allo Spesal, il servizio di prevenzione e sicurezza sugli ambienti di lavoro della Asl di Lecce e agli agenti del commissariato di polizia di Nardò. Dopo la morte del driver si sono succedute una serie di dure reazioni da parte dei sindacati e di esponenti della politica, poiché la tragedia ha riaperto il dibattito attorno all’ampliamento della pista. I vertici del Nardò Technical Center si sono resi disponibili fin da subito a collaborare con gli inquirenti per la ricostruzione della dinamica dell’incidente.
Lo stop all’accordo per l’ampliamento dell’impianto Porsche di Nardò, comunicato ieri dalla Regione, sembrerebbe collegato ai dubbi espressi dal ministero dell’Ambiente e dalla Commissione europea. La Regione aveva dato l’ok all’opera sulla base dell’interesse pubblico, perché all’interno del raddoppio (che avrebbe «assorbito» 200 ettari di boschi) è presente anche un punto di primo soccorso che però in realtà non è aperto ai cittadini. «La Regione, ancora una volta - dice la dichiarazione diffusa ieri da Emiliano -, dimostra di voler coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente. Abbiamo preso una decisione in linea con il Ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea».
I NOMI
Gli indagati sono il collaudatore che era al volante della Porsche Panamera, Roberto Politi, la società Nardò Technical Center (Ntc), a cui viene contestato l'illecito amministrativo, e i suoi manager: Dirk Philipp, 55 anni, membro del consiglio di amministrazione di Porsche Engineering, il direttore generale e Ad di Ntc Antonio Gratis, 48 anni, e il responsabile settore finanza e acquisti Antonio Pizzigallo, 39 anni.
Risultano indagati anche Alessandro Giuseppe De Gioia, 46 anni, director of operations di Ntc, Pierpaolo Positano, 53 anni, maintenance coordinator, Salvatore Moscogiuri, 49 anni, e Andrea Baldi, 44 anni, coordinatore delle operazioni dei collaudatori.
STOP AMPLIAMENTO, NTC: APERTI AL DIALOGO
«Ntc ha preso atto della decisione della Regione Puglia di sospendere l’accordo di programma concesso per l’approvazione del piano di sviluppo del Test Center. Abbiamo ricevuto una notifica ufficiale e siamo aperti a proseguire il dialogo con tutti i partner coinvolti nel piano di sviluppo e con il pubblico. Il nostro obiettivo rimane quello di assicurare un futuro al Nardò Technical Center e di rafforzarne il ruolo di importante motore occupazionale ed economico per la regione». E’ quanto afferma la società in una nota. Ieri sera il governatore della Puglia Michele Emiliano ha annunciato la sospensione dell’accordo per l’ampliamento della pista per i collaudi della Porsche a Nardò, in provincia di Lecce.
«La Regione, ancora una volta - ha evidenziato Emiliano - dimostra di voler coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente». Il progetto è stato contestato dagli ambientalisti secondo i quali causerebbe la perdita di oltre 200 ettari di vegetazione. "Abbiamo preso una decisione in linea con il ministero - ha proseguito il governatore - al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea».