la contestazione
Sit-in a Santa Cesarea terme: «No all’eolico offshore nel Canale d'Otranto»
Consiglieri regionali, sindaci, associazioni e cittadini contro il progetto presentato da Odra Energia. Pagliaro: «È uno sfregio al mare e alla costa»
SANTA CESAREA TERME - Nel Salento cresce sempre più forte a livello politico il fronte del “No” all’eolico off shore nel canale d’Otranto. Contro le piattaforme galleggianti operatori turistici, associazioni locali e cittadini decisi a contrastare l’impatto visivo dei parchi che non solo devasta il paesaggio “culturale” e ambientale, ma non trasferisce nessun beneficio a tutte le comunità salentine. Queste le motivazioni ribadite e ripetute nella manifestazione di ieri mattina nella Piana di Santa Cesarea terme in località porto Miggiano.
Con una massiccia partecipazione si è svolto il terzo sit – in (dopo quelli del 21 novembre 2021 e 1 maggio 2022) all’insegna della contestazione da parte di consiglieri regionali, sindaci, associazioni e simpatizzanti a difesa del territorio. Striscioni, bandiere e vari interventi hanno ribadito un categorico “no” alla mega struttura eolica di 90 aereogeneratori alti 275 metri e distanti tra i 12 e i 24 chilometri dalla costa. «Respingiamo con forza il progetto di Odra energia - ha detto Paolo Pagliaro, capogruppo regionale de “La Puglia domani”, che ha coordinato la protesta pacifica - che in questi luoghi di pregio, tra Castro e Santa Maria di Leuca, ha progettato piattaforme galleggianti che minacciano di sfregiare il mare e la costa. Siamo favorevoli alle energie rinnovabili, ma a condizione che ci sia buon senso nei progetti, senza affidare le scelte alle multinazionali. Riproporremo la battaglia nella sede della Provincia di Lecce - ha aggiunto Pagliaro - per salvaguardare la nostra terra e il nostro mare».
Sulla stessa linea anche Anna Grazia Maraschio, assessora all’ambiente della Regione Puglia. «Occorre rispettare la pianificazione regionale e il paesaggio costiero - ha affermato Maraschio - e che il Ministero dell’Ambiente, in fase di Valutazione di impatto ambientale (Via), tenga conto della programmazione regionale sullo spazio marittimo e delle osservazioni e istanze che i Comuni hanno inoltrato». Anche i consiglieri regionali Paride Mazzotta e Antonio Gabellone, presenti al raduno, hanno bocciato il progetto delle multinazionali: «Non è una battaglia politica, ma un attacco e uno scempio al territorio che occorre bloccare». Numerosi i sindaci presenti alla protesta pubblica, bardati con fasce tricolori. Ben 84 municipalità della Provincia di Lecce hanno aderito attraverso delibere consiliari e all’unisono disapprovano la mega centrale eolica. Assai agguerriti i sindaci rivieraschi (Otranto, Santa Cesarea terme, Castro, Diso, Andrano, Tricase sino a Leuca). Anche “Italia Nostra” è schierata per il No. «Un progetto faraonico che compromette il futuro – ha tuonato Marcello Seclì – e l’ubicazione non è adatta per intervenire con strutture così invasive». Raccolta di firme anche da Ninì Galati, presidente dell’associazione “Amici del Belvedere”.
Ora, tutto è allo studio di Impatto Ambientale, presentato nel mese di gennaio sorso al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al Ministero della Cultura per attivare il procedimento di Via. Una copiosa e dettagliata documentazione da cui emerge che sono state apportate delle modifiche migliorative rispetto alla bozza del progetto preliminare: non sono più previsti i tralicci alti 32 metri né costruzioni e opere visibili a Porto Badisco, né tanto meno in località la “Fraula”. Lo studio è stato elaborato dopo la fase di “scoping”: indagini sul campo e studi specialistici che rassicurano sulla qualità della proposta anche alla luce delle migliorie apportate dopo l’interlocuzione con i territori.