Il giallo
Lecce prega per Julie, la studentessa suicida, mentre le indagini vanno avanti
Ieri la messa al duomo. Il 22 novembre altro momento di preghiera voluto dalla pastorale giovanile e universitaria della diocesi
LECCE - Il mondo giovanile universitario e cattolico unito per Julie. Dopo la messa che si è tenuta ieri sera al duomo di Lecce, gli Uffici di pastorale giovanile e pastorale universitaria della diocesi di Lecce, dopo essersi fatti vicini ai familiari di Julie, d’accordo con il rettore dell’Università del Salento, propongono agli studenti universitari di Lecce, e a quanti vogliano aggiungersi ad essi, di prendere parte ad un momento di preghiera che si terrà, ad un mese dalla morte della povera Julie, mercoledì 22 novembre, alle 19.30 presso la chiesa di San Luigi, a Lecce.
Si prega per Julie, la ragazza che si è tolta la vita nel piccolo appartamento trovato a Lecce, dove era arrivata con Erasmus. Julie era arrivata nel Salento da poche settimane. Cercava accoglienza e casa, ha trovato morte.
«Non credo esistano parole giuste per descrivere o lenire il dolore di chi perde una figlia, una sorella, una amica - ha detto ieri l'arcivescovo Michele Seccia - sarebbe più opportuno rimanere in silenzio, nello stesso silenzio nel quale Maria la madre di Gesù ha sostato sotto la croce. Quel silenzio dobbiamo fare nostro, non un silenzio sterile, sconfitto, sottomesso, ma un silenzio che si fa canto, musica, armonia, un silenzio che custodisce la vita dell’altro».
Con queste parole l’arcivescovo Seccia ha salutato ieri sera i genitori di Julie, prima della celebrazione eucaristica nella cattedrale di Lecce, presieduta da Padre Paolo Quaranta, ministro provinciale dei Frati minori del Salento, e concelebrata da don Salvatore Corvino, direttore del Servizio diocesano di pastorale giovanile e Padre Francesco Lugarà, incaricato diocesano della pastorale universitaria presso l’ateneo leccese.
Intanto si cerca di capire se ci siano eventuali responsabilità nella morte della ragazza, che si è tolta la vita impiccandosi. L'autopsia non ha mostrato segni di violenza. Il giovane brindisino indagato, già ascoltato come persona informata dei fatti, ha ammesso il rapporto sessuale ma ha specificato che era avvenuto in maniera consensuale.