Il caso
Lequile, abbattuti 18 suini non tracciati: ambientalisti sulle barricate
Secondo la Asl i maiali non erano «correttamente identificati e registrati». La replica: «Bastava una sanzione»
LEQUILE - Diciotto suini abbattuti: erano «senza identità». Il provvedimento è stato eseguito ieri, a 30 giorni da una ispezione dei veterinari della Asl di Lecce in un allevamento di Lequile, e ha scatenato la presa di posizione degli ambientalisti.
I suini, durante il controllo dei medici veterinari, erano risultati «non tracciati perchè non correttamente identificati e registrati», malgrado le matricole auricolari e in virtù delle disposizioni del Ministero della Salute per il «controllo ed eradicazione della Peste suina africana» destinati all'abbattimento e alla distruzione a spese dello stesso allevamento.
«Ma su quegli animali - dice Maria Teresa Corsi, di Verdi ambiente e società - non erano state effettuate analisi. Partendo dall'attuale certezza che in Puglia questa patologia non è presente, non accettiamo che questi animali possano perdere la vita anche se in buona salute e la loro carne destinata all'incenerimento. Prima bisogna fare gli accertamenti clinici e poi eventualmente abbattere, questa dovrebbe essere la regola». Sulla stessa posizione anche l'associazione Sos cavalli Lecce.
Le associazioni sembrano intenzionate a presentare un esposto alla magistratura. Per loro, logica voleva che prima della uccisione fossero eseguiti ulteriori controlli. E in caso di irregolarità di ordine burocratico «venissero sanate con una sanzione, non certo sopprimendo degli esseri viventi».