Salento in fiamme
Santa Cesarea, dopo l'incendio si contano i danni. «Mani criminali sul Salento»
Il grido d'allarme del segretario regionale del sindacato dei vigili del fuoco. «Bisogna ripensare il sistema di antincendio, altrimenti sarà tutto inutile»
SANTA CESAREA TERME - Dopo l'incendio e la devastazione è tempo di bilanci e di riflessioni. Che partono dai vigili del fuoco, sempre in prima linea.
Gianni Cacciatore, segretario regionale di Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, rilancia l'allarme sul rischio del fenomeno criminale dietro gli incendi boschivi e «sulla sostanziale inesistenza dell’attività prevenzione, sulla necessità di potenziare l’azione repressiva e su quella di modificare l’assetto del sistema di contrasto agli incendi boschivi».
Il maxi rogo di Santa Cesarea Terme, che ha divorato ettari ed ettari di bosco e causato danni ingenti alle attività della zona, per cacciatore non è altro «che una tragica conferma».
«Santa Cesarea - dice Cacciatore - è stata attaccata ancora una volta da mani criminali che perseguono chissà quale interesse! La responsabilità dell’incendio è sì di chi ha appiccato il fuoco, ma quella della magnitudo delle conseguenze riguarda anche tutti coloro i quali sarebbero responsabili della prevenzione, che omettono invece sistematicamente. Le conseguenze di tutti gli incendi verificatisi fino ad oggi sarebbero state ben diverse se i boschi non fossero stati pieni zeppi di vegetazione spontanea secca, rami secchi caduti e spesso anche tutti i resti legnosi e ancora accendibili degli incendi precedenti».
Sotto accusa finisce «l’inerzia di molti comuni» che «ha dell’incredibile; è come se rimuovessero dalle loro coscienze il pensiero del rischio incendi per evitare che questo gli procuri sentimenti dolorosi, legati forse alla difficoltà di gestione della questione».
Per il rappresentante regionale dei vigili del fuoco «il sistema Aib (Antincendio Boschivo) dovrebbe essere ripensato e ricondotto interamente al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco; e questo anche rispetto alla gestione della Flotta Antincendio di Stato, che immaginiamo si chiamerà così per qualche motivo! Di questo una politica responsabile dovrebbe iniziare a discutere, serenamente, nell’interesse del Paese. Come Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dovremo poi probabilmente ripensare il sistema di mobilitazione per le macro-emergenze, funzionale nei terremoti, nelle alluvioni e in altre situazioni simili, però troppo lento e inadeguato in casi come quello in discussione. In ogni caso, senza un cambio di rotta di 180° da parte di coloro i quali hanno la responsabilità della prevenzione, sia diretta per i suoli pubblici sia di controllo dei privati, il destino del Salento è diventare una landa di pietra calcarea».
Il bilancio è tragico. La pineta di Santa Cesarea è stata divorata dalle fiamme, che hanno raggiunto anche una zona della discoteca “Malè”. Ieri c’è stato un primo sopralluogo col sindaco Pasquale Bleve. Adesso è tempo di ricostruire.