inaugurazione

Un «gioiello» rifatto ad arte nel Leccese

Giovanni Greco

Un’antica dimora dell'800 trasformata in struttura per turismo vip a Copertino

COPERTINO - Il borgo antico di Copertino rivalutato da una dimora storica dell’800, restaurata e resa accogliente dalla famiglia Dell’Anna. Alla presenza del vescovo di Nardò-Gallipoli monsignor Fernando Filograna, della sindaca Sandrina Schito e dei consiglieri comunali, nonché rappresentanti delle forze dell’ordine, autorità religiose, dirigenti scolastici ed esponenti della magistratura leccese, ieri pomeriggio alle 18 è stato inaugurato “Il Cavaliere al Borgo Antico” un gioiello neoclassico che si affaccia lungo l’asse principale del centro storico, pronto ad ospitare una clientela dai gusti raffinati, ma anche mostre, convegni ed eventi.

Sorto nella seconda metà dell’800 e appartenuto alla famiglia Del Prete, oggi è tra le proprietà della famiglia Dell’Anna che ne ha fatto un polo di attrazione e fonte di infinite ispirazioni per viaggiatori desiderosi di immergersi in un ambiente raffinato e curato in ogni dettaglio. L’impianto originario del palazzo risale al ‘500 come testimoniano una serie di locali inglobati nell’attuale struttura. Espressione caratteristica dello stile neoclassico, la facciata del palazzo è arricchita da bugnati, colonne, cornici in rilievo e balconi che si affacciano su via Margherita di Savoia, una delle principali vie del centro storico della città. Di particolare pregio storico-architettonico è la piccola loggia al piano nobile dell’edificio, con due archi a tutto sesto affiancati da lesene con capitello ionico; al centro una fontana in pietra.

Il portale di ingresso immette in un grande androne, collegato a diversi ambienti originariamente adibiti a stalla, mangiatoie e ricoveri di carrozze. Dall’androne, uno scalone in pietra dura conduce al piano nobile. Qui si susseguono gli appartamenti arredati da pregevoli dipinti e con mobilio e tendaggi in stile neoclassico. Questi ultimi accolgono ampie camere e suite oltre ad ampi saloni destinati agli eventi. Il tutto ingentilito da finissime decorazioni ai soffitti e pregiate carte da parati che rimandano alla riscoperta del mondo classico, sottolineandone i canoni di armonia, nobile semplicità e quieta grandezza.

Un po’ di storia. Quando sul finire dell’800 il grande Cosimo De Giorgi raggiunse per la prima volta Copertino, osservò che in paese «s’avverte il profumo del progresso e della civiltà che s’avanza a grandi passi». Tra le altre cose che colpirono lo studioso una volta varcata la porta del Malassiso (abbattuta il 1886), fu un’imponente dimora signorile sorta subito dopo l’Unità d’Italia, in seguito alla decisione degli amministratori comunali dell’epoca di abbattere un caseggiato costituito da alcune botteghe e da undici vani appartenuti al Capitolo della chiesa Matrice. L’obiettivo di quell’abbattimento era quello di eliminare un fastidioso tracciato ad “S” divenuto insostenibile per le carrozze che dalla porta del Malassiso dovevano raggiungere la piazza del Foggiaro.

Il 1863 ebbe inizio l’iter più ostico dell’esproprio: quello, cioè, tra il Comune e il Capitolo il quale ottenne di permutare quelle botteghe con altre di proprietà comunale. A progettare lo storico allargamento fu l’ingegnere Giuseppe Greco il quale tracciò una linea che partiva dal lato destro della porta e terminava al primo angolo di palazzo Cosma, poi Venturi e oggi Dell’Anna. A beneficiare di questo intervento urbanistico non furono solo i “vitturali” e i cittadini in genere, ma soprattutto Giovan Battista Del Prete. Costui, che tra l’altro era anche membro del Consiglio comunale, dopo l’approvazione del progetto di ampliamento della strada chiese di acquistare «il ritaglio di botteghe da abbattersi», allo scopo di realizzarvi un palazzo. L’assemblea non esitò ad accogliere la richiesta sia perché il ricavato sarebbe stato utilizzato per abbattere palazzo Morelli ed ampliare la pubblica piazza, ma soprattutto «per l’ornato che viene ad abbellire la contrada». Sicché, nel febbraio del 1865 il Del Prete entrò in possesso dell’area pagandola 2.342 lire e qualche mese dopo, a maggio, avviò la costruzione del palazzo che, nonostante alcune semplificazioni apportate in fase di costruzione sul bugnato del piano terra, rappresentò come rappresenta tutt’ora l’unica facciata decorosa del nuovo tratto di strada.

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