La novità
Lecce, ecco l’inizio della nuova era del castello di Carlo V
Eventi internazionali, laboratori, mostre. E presto arriverà un direttore. E' l'obiettivo del percorso partecipativo che coinvolge 72 operatori culturali nel Salento, con la regia della Soprintendenza di Lecce diretta da Francesca Riccio
LECCE - Nel futuro del Castello Carlo V eventi internazionali, laboratori, spazi per l’artigianato e la riscoperta di antichi mestieri, esposizione di opere museali e da oggi anche fruibile con visite guidate al mattino e al pomeriggio, con un direttore in un futuro prossimo. Questa la mission disegnata dal percorso partecipativo che ha visto coinvolti 72 operatori culturali che operano nel Salento, con la regia della Soprintendenza di Lecce diretta da Francesca Riccio. E già da ieri il nuovo passo con il passaggio di testimone dalla Soprintendenza di Lecce alla direzione regionale dei Musei di Puglia diretta da Luca Mercuri che ha sottolineato come la gestione da parte del Ministero sottrae la programmazione dalle oscillazioni delle alternanze politiche. Un passaggio che segna l’ingresso del Castello Carlo V di Lecce nella rete dei musei pugliesi che, fra le altre, acquisterà ancora più forza dopo la sigla di una convenzione (in cottura) fra Regione Puglia e direzione regionale dei Musei di Puglia volta alla valorizzazione di tutti i castelli presenti nella regione, così come è stato reso noto, proprio al maniero legato a Carlo V, da Luigi De Luca dirigente della struttura di Progetto cooperazione territoriale europea e Poli biblio museali.
Le buone nuove sono state dettagliate ieri mattina, nella sala congressi del Castello, nel corso di una conferenza stampa indetta dalla Soprintendenza in collaborazione con il Segretariato regionale MiC per la Puglia a conclusione del percorso partecipativo pubblico “Sassolini – Le tue parole per costruire il futuro del castello”. Erano presenti la soprintendente Francesca Riccio, la dirigente Maria Piccarreta per le strutture del segretariato regionale, il direttore Luca Mercuri, il dirigente Luigi De Luca, l’assessora alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo. Dopo il cappello introduttivo della Riccio che ha ricordato la restituzione, da parte del Comune di Lecce, di una parte del Castello, al Demanio e il contestuale affidamento alla Soprintendenza di Lecce anche di queste parti del bene architettonico, non mancando di sottolineare come il percorso partecipativo abbia tracciato quella che, nelle intenzioni dei cittadini, dovrebbe essere la funzione di questo importante luogo di cultura. Mercuri ha preso atto di tutto, confermando l’armonia che contrassegna l’operato delle istituzioni coinvolte, ma ha precisato che la riflessione non potrà essere di brevissimo periodo e passa, fra le altre, dalla verifica delle potenzialità di incasso per la fruizione del luogo. In quest’ottica si inserisce la stagione delle visite guidate che saranno potenziate con una programmazione, a partire da oggi, di tour targati ministero.
Il piatto forte della conferenza stampa è stato rappresentato proprio dalla lettura dei risultati del percorso partecipativo, quella raccolta di “sassolini” che dovrebbero essere il puzzle per la nuova vita del Castello che entrando nella rete museale potrà contare anche su fondi ad hoc. La sintesi è frutto di 7 appuntamenti, dal 3 marzo al 14 aprile, in collaborazione con l’associazione 34°Fuso. Fra le richieste quella della nomina di un direttore che Mercuri ha spiegato essere prevista per legge, ma trattandosi di un museo che non ha un’autonomia la scelta cadrà su un funzionario interno al Mic (Ministero della Cultura) tra coloro che si candideranno partecipando a un interpello interno.
Il Castello, nei desideri dei cittadini, le cosiddette richieste dal basso, dovrebbe essere la “casa” dei turisti con un corner per lo shop e un punto ristoro. Dovrebbe ospitare eventi internazionali ed essere sede di mostre oltre che di iniziative culturali. E non basta. I partecipanti agli incontri sono stati invitati ad esprimersi anche sulla gestione del Castello e la maggioranza non ha avuto dubbi: il luogo dovrebbe vedere una collaborazione stretta tra pubblico e privato. In pratica il Castello dovrebbe essere il perno della vita culturale e politica cittadina con in più la funzione di cerniera tra il centro antico e quello moderno. L’ambizione espressa da Cicirillo, che il Castello sia un polo di attrazione e frequentazione come è accaduto con il Convitto Palmieri, la Biblioteca Bene Comune e altri beni culturali della città.