Il cantiere infinito

Regionale 8, i ricorsi frenano il tratto tra Vernole e Melendugno

Mauro Ciardo

Forte opposizione alle procedure di esproprio. Il caso all’attenzione di Mattarella. La Regione è pronta a consegnare alla Provincia il primo stralcio

LECCE - La Regione è pronta a consegnare alla Provincia il primo stralcio della Regionale 8, mentre attende gli esiti dei ricorsi per partire con il secondo.

Potrebbero essere ancora lunghi i tempi per la realizzazione del secondo tratto dell’opera finanziata dalla Regione, pensata per collegare in sicurezza Lecce con il comune di Melendugno.

Se la prima parte dell’infrastruttura è stata già realizzata, vale a dire il tratto che da Lecce attraverso via Merine arriva a Vernole, resta ancora in stand by la seconda parte che collega Vernole a Melendugno appunto.

Si tratta di un tratto da realizzare lungo circa 8 chilometri (quelli già realizzati sono un po’ di più), bloccato da due ricorsi straordinari presentati al Presidente della Repubblica al fine di contrastare le procedure di esproprio.

Per il primo stralcio, che prevede il raddoppio delle corsie nel tratto che va da Lecce a Strudà, si sta procedendo alle ultime fasi dei lavori che hanno interessato un tracciato lungo undici chilometri. Altri lavori alle battute finali ma che interessano sempre questa arteria e l’intera zona sono la bretella che collega la tangenziale est di Lecce a Merine, per la quale si attende il collaudo che va dalla località “Fondone” fino alla rotatoria nei pressi del ristorante Giardini di Athena, e le opere secondarie di completamento tra Lecce e Merine.

«Per il primo stralcio siamo alle battute finali - assicura il responsabile unico del procedimento per la Regione, l’ingegnere Leonardo De Benedettis - abbiamo già avviato un’interlocuzione con la Provincia di Lecce per procedere al passaggio della strada finalizzato alle operazioni di gestione e manutenzione».

La Regione, va ricordato, nel marzo 2021 aveva pubblicato la delibera con cui la giunta guidata dal governatore Michele Emiliano aveva approvato un nuovo tracciato per il secondo stralcio, adottando una variante urbanistica proprio per i comuni di Vernole e Melendugno, in attuazione di un’altra delibera regionale del 2013 e di una sentenza del Consiglio di Stato del 2016. Un tragitto che dovrebbe prendere il via dalla frazione vernolese di Strudà per toccare finalmente Melendugno.

A causare lo stallo, come si diceva, due ricorsi straordinari per i quali si sta attendendo l’esito.

«Stiamo aspettando la scadenza dei termini, credo entro la metà di febbraio - spiega il responsabile unico del procedimento - e solo allora faremo le nostre valutazione d’intesa con l’Avvocatura dello Stato. Possiamo dire che l’infrastruttura è fortemente voluta dagli enti interessati e, dopo quanto era stato già deciso a seguito dei ricorsi sul primo lotto, non ci aspettavamo una così forte ostilità con altri ricorsi, visto che si era optato di non utilizzare nuove superfici ma di procedere solo con un mero allargamento. Speriamo di non rivivere la stessa situazione perché si tratta di un’infrastruttura che sarà a beneficio di tutti».

In attesa delle carte ufficiali però, le ruspe restano ferme e c’è grande preoccupazione per la sorte delle maestranze.

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