L'approfondimento

Porto Cesareo, dai relitti abbandonati le «rotte» degli immigrati

Fabiana Pacella

Serie di scoperte sui clandestini grazie alle indagini della Procura su due grossi natanti da diporto arenati a 15 metri dalla costa

LECCE - Gli oggetti parlano, se si sanno ascoltare. Nascondono la vita che ci è passata attraverso, basta utilizzare il codice giusto e la pazienza del tempo per ricostruire vite vissute. E così i due grossi natanti da diporto, barche a vela, arenati a 15 metri dalla costa di Porto Cesareo raccontano l’altra faccia degli sbarchi clandestini nel Salento. Di due migrazioni passate in sordina, in un primo momento, perché avvenute nel pieno della stagione estiva tra settembre e agosto scorsi, quando gli stranieri giunti nella località salentina si sono mescolati alla folla dei bagnanti confondendo le acque. La storia viva che viene fuori da quelle due barche a vela è straordinaria e amara al contempo.

Gli uomini dell’ufficio locale marittimo della Capitaneria di Porto, guidati da Antonio Iacovelli, su quelle barche ci sono stati, previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Lecce. Hanno ricostruito la rotta dei migranti, le probabili fasi dello sbarco, attraverso pezzi di vita rimasti a bordo. In un anno horribilis peraltro, sul fronte immigrazione per il Salento. Solo nel 2021 infatti, in provincia di Lecce sono sbarcati circa 3mila 400 stranieri di cui 187 donne e 700 minori in 54 differenti sbarchi, unità in più unità in meno. In arrivo verso la costa sud e nord del Salento leccese da ogni dove: Turchia, Grecia, Pakistan, Siria, Iran, Iraq, Afghanistan, Albania, Uzbekistan. E dal Dodecaneso sono partite le due imbarcazioni, rubate a due professionisti e ora al largo di Porto Cesareo. Il gps trovato a bordo parla chiaro, i natanti sono stati trafugati a facoltosi professionisti in Turchia, hanno costeggiato la Grecia puntando verso il capo d’Otranto fino a fare tappa e sosta a Porto Cesareo. Due sbarchi fantasma, in contemporanea, avvenuti in condizioni buone, senza la disperazione degli altri arrivi registrati in provincia nello stesso periodo. 10-11 persone a bordo di ogni barca, anche bambini stando ai salvagenti, ai giochini e agli scontrini rinvenuti a bordo insieme ad altri oggetti preziosi per l’attività investigativa.

Qual è ora il futuro di quelle due barche a vela? Le barche sono state sequestrate. Per una, è stato già avviato di concerto con la prefettura di Lecce e portato a termine, il bando per l’affidamento ad una Onlus, come prevede la norma. A breve dunque, la consegna. L’altra invece, è stata affidata all’agenzia delle Dogane come prevede la norma quando non vi siano affidatari terzi di natanti da immigrazione irregolare. Si potrà rimuovere e demolire solo su autorizzazione della procura di Lecce, un nulla osta che arriverà nelle prossime ore. Al momento resta lo stupore e la curiosità di quanti si accalcano sulla riviera a fotografare i relitti, tanto col mare placido che nella tempesta, che rende lo scenario più misterioso e affascinante. Quella di Porto Cesareo non è una rotta consueta nel fenomeno migratorio verso il Salento. La maggior parte degli sbarchi avviene infatti tra Gallipoli, Leuca e Otranto. Si son registrati anche pochi episodi su Porto Selvaggio.

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