legalità

Lecce, annullata l'interdittiva antimafia nei confronti della Sorgente srl

Carmela Formicola

Il Consiglio di Stato riforma la sentenza del Tar. Le motivazioni

Lecce - Il Consiglio di Stato ha annullato l'interdittiva antimafia emanata dal prefetto di Lecce nei  confronti della Sorgente srl di Racale. I giudici hanno così riformato la sentenza emessa dal Tar di Lecce.

A ispirare l'atto prefettizio, il legame coniugale dell'amministratrice della Sorgente, Maria Grazia Santantonio, con un uomo che circa trent'anni fa aveva riportato alcune condanne penale. Veniva inoltre contestato che il marito, assunto come dipendente dell'azienda, aveva vincoli di parentela con una famiglia legata ad ambienti malavitosi. Da qui la convinzione che la Sorgente fosse in qualche modo collegata alla Sacra Corona Unita.

I legali dell'azienda - gli avvocati Pietro Quinto, Gianluigi Pellegrino, Italia Mendicini e Giovanni Colacurcio - hanno impugnato il provvedimento evidenziandone la «carenza motivazionale». L'interdittiva - secondo il collegio difensivo - era fondata «esclusivamente su una descrizione ambientale e su una presunzione di interferenza e condizionamento degli ambienti malavitosi nella gestione dell'azienda senza alcuna contestazione specifica nei riguardi della Santantonio, proprietaria e amministratrice di Sorgente».

L'azienda, che ha 264 dipendenti e opera tra le province di Lecce e Taranto, ha come oggetto sociale prevalente lo svolgimento di servizi di pubblica assistenza socio-sanitaria, ricreativo-culturale, per anziani autosufficienti e non autosufficienti  e per soggetti con difficoltà fisiche o psichiche. La Sorgente, inoltre, opera in stretto collegamento con le pubbliche amministrazioni, con svariate organizzazioni sanitarie e con la stessa magistratura, elemento ignorato nell'interdittiva. Gli avvocati, nell'impugnativa, hanno inoltre evidenziato che la stessa Prefettura aveva rilasciato, nel 2015 e nel 2016. le cosiddette «liberatorie» propedeutiche all'attività di impresa.

Il Consiglio di Stato ha così valutato che l'interdittiva antimafia inflitta a Sorgente srl «manifesta un deficit argomentativo tale da non giustificare un intervento inibitorio di così inaspettato e grave momento su una realtà aziendale finora ritenuta solida, prospera e amministrativamente sana».

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