Le dichiarazioni

«Orgoglioso dell'Urban Park e del nuovo lungomare», intervista al sindaco di Nardò

Gianfranco Lattante

Parla Pippi Mellone: «Mobilitati 35 milioni di euro»

Sindaco Pippi Mellone, cominciamo dal caso delle presunte firme false nei moduli di alcune sue liste alle elezioni comunali di cinque anni fa. Ne hanno parlato tutti e in tanti auspicano che la Procura faccia chiarezza. Lei è preoccupato?
«Deve essere preoccupato chi per 5 anni ha fatto l’amministratore, pare, a sua insaputa. Per coerenza dovrebbe dimettersi, ma è più probabile vederlo vestito di sciamano indiano. Dopo una campagna elettorale e 5 anni di mandato, si rende conto di aver amministrato suo malgrado. Peggio di Trump che almeno ha contestato subito. È un fatto che fa ridere la città, fatto emergere in campagna elettorale, da chi è stato trombato dalla presidenza dell’Asi, ruolo a cui aspirava nonostante l’incompatibilità di legge. Per me parlano i fatti, i problemi risolti, la città rivoluzionata. Se non fossero disperati, si confronterebbero su questo».

Ogni giorno su Facebook circola un suo post. Presenta nuovi progetti, annuncia la conclusione di un’opera, aggiorna i suoi concittadini sui cantieri. Ma a Nardò va tutto bene?
«Anche questa è trasparenza: annuncio i concorsi con largo anticipo, informo le famiglie sugli aiuti disponibili, condivido gioie e dolori con la mia comunità, rendiconto risultati. Mentre gli altri si dedicano all'insulto rozzo e violento, Nardò è un gigantesco cantiere: abbiamo mobilitato 35 milioni di euro, lavoriamo giorno e notte. Oggi nessun Sindaco può dire che “va tutto bene”, ma la vita è fatta di sfide. Qui va tutto al massimo».

Parlavamo delle opere realizzate. Di quale va più fiero?
«Sono orgoglioso di ciò che ho fatto. Penso ad esempio all'Urban Park realizzato dopo aver abbattuto l'ecomostro dell'Incoronata, ma soprattutto al nuovo lungomare. Un'opera mastodontica che presto sarà servita da nuovi parcheggi».

C'è un errore che non si perdona e che non rifarebbe?
«Non aver fatto la dieta prima. È importante essere in forma. Lo consiglio a tutti»

A proposito di destra e sinistra, da quando è sindaco non celebra la Liberazione, anche se un anno fa depose dei fiori sulla tomba del partigiano Giuseppe Carrino. Ha da fare il prossimo 25 Aprile?
«Nei decenni il 25 aprile è diventata una festa di parte, in cui si festeggia la vittoria di alcuni italiani su altri italiani. In Italia c’è stata una guerra civile. Io voglio un 25 aprile di pace e democrazia. Una festa di tutti, di riconciliazione nazionale. Per questo motivo ho portato un mazzo di fiori al monumento che AO ha voluto per il partigiano Carrino e alla tomba del combattente della Rsi Spano. Altrettanto farò quest’anno. Alle cerimonie di parte non partecipo. Io rappresento tutti. Quest’anno sogno di festeggiare la liberazione dal covid».

Veniamo al Mellonismo. In autunno si voterà. Pippi Mellone, eletto cinque anni fa con una coalizione guidata dal movimento civico di destra Andare Oltre si prepara alle prossime comunali con l’appoggio della lista di sinistra «Noi per Nardò» di Mino Natalizio. È lei ad attrarre o a sinistra qualcuno si è smarrito? Oppure mi dica lei…
«C'è chi racconta il mondo con gli occhi del '900. Noi guardiamo ai temi senza pregiudizi. Scegliamo le persone. Risolviamo i problemi. Prima c'erano cooperative che intascavano centinaia di migliaia di euro per assistenza psicologica ai lavoratori delle campagne, i quali dormivano come i cani, all'addiaccio. Io ho vietato il lavoro nelle ore più calde e ho dato loro docce, acqua potabile, un posto per dormire. Per me le ruspe servono a fare lavori pubblici. La cosiddetta sinistra le ha usate per abbattere il rifugio dell'ex falegnameria. Stesso discorso per l'ambiente, tema caro a Natalizio: altri volevano portare le balle di rifiuti a Castellino, noi stiamo mettendo fine a questa piaga».

C'è chi dice che a lei piaccia il pensiero unico, il suo. E quindi tutti gli altri (minoranza in consiglio e cittadini che non la pensano come lei) sono oppositori. Ma lei è anti-democratico?
«A me piacciono le persone intelligenti, con idee favolose che si impegnano per gli altri. La tesi che del pensiero unico è ridicola come chi la propugna. Con me a Palazzo Personé è entrato il popolo e sono state cacciate le famiglie di “alti papaveri” che hanno soffocato Nardò negli ultimi cento anni. Antidemocratici sono i miei avversari che non hanno accettato l'esito del voto 2016. A questa amministrazione si oppone solo chi ha perso il potere, qualche figlio di papà che aspira a riprendere i banchetti e chi è ancorato a pseudo appartenenze ideologiche che non esistono più. Questa gente che schiuma di rabbia ogni volta che otteniamo un risultato o un finanziamento non è un mio oppositore, ma dei neretini. Mortificante».

Amministrare Nardò potrebbe non bastarle più? Pippi Mellone sta pensando al grande salto? Al Parlamento, forse.
«Ho la politica nel sangue e lavoro per obiettivi. Voglio far tornare Nardò una grande città, ideale per investire, lavorare e vivere. Non desidero che continuare a servirla con umiltà, impegno e con addosso la fascia tricolore».

E veniamo al rapporto con gli altri amministratori. Risposte secche, scelga per ognuno un paio di aggettivi e dica il perché li ha scelti. Cominciamo: Michele Emiliano, poi Stefano Minerva e infine Carlo Salvemini
«Nell'ordine: Emiliano deciso e umano; Minerva amico fraterno e persona buona; Salvemini intellettuale e apparentemente burbero. Collaboro bene con tutti e tre».

Il 10 marzo di settant’anni fa nasceva a Nardò Renata Fonte, consigliere comunale ed esponente del PRI. Fu uccisa nella sua città la sera del 31 marzo 1984, a poca distanza da Palazzo Personè dove lei, appena insediatosi, ha voluto intitolarle l’aula consiliare. L'eredità e il sacrificio di Renata Fonte sono ancora un faro per gli amministratori di Nardò?
«Renata è un punto di riferimento. Ogni giorno ne onoriamo la memoria con azioni concrete: basti pensare all'Oasi Blu di Portoselvaggio, alle politiche sull'ambiente, all’abbattimento dell’ecomostro, ai parchi, alle scuole. Sarebbe orgogliosa di noi».

Finirà il mandato con l’attuale squadra o “all’orizzonte” prevede rimpasti di giunta?
«C'è una perfetta sintonia con la mia squadra, composta da persone eccezionali. In questi 5 anni ci sono stati cambiamenti solo per poter volare alla velocità che Nardò merita. Oggi non riesco ad immaginare di meglio».

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