Il personaggio

«Mi voleva una multinazionale, ho scelto il Salento»: la storia di Giorgia, promessa della cosmetica

Giovanni Delle Donne

La giovane ricercatrice, che è anche imprenditrice, sta per mettere su un progetto tutto suo dopo una scoperta derivata dalla sua tesi di laurea

Giorgia non è una ragazza «normale». A lei piace andare controcorrente. Giorgia è giovane, è bella, è intelligente, ama la musica, il cinema, la moda, tanto da attirare l’attenzione di importanti agenzie di modelle. Il mondo delle sfilate e della pubblicità è pronto ad accogliere questa giovane salentina. Ma a Giorgia piace andare controcorrente ed invece di sognare passerelle e cartelloni pubblicitari preferisce studiare.

Giorgia Starace, 23 anni, di Nardò, frequenta l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma dove si laurea in Scienze e Tecnologie Farmaceutiche e Cosmetologiche con una tesi sperimentale eseguita in collaborazione con Chimica HTS di Cazzago di Pianiga il cui dirigente, professor Fabrizio Zago, è il sostenitore dell’utilizzo di molecole naturali e creatore del Biodizionario. È lui il fautore della “Green Chemistry” e della chimica verde amica che rispetta i canoni dell’ecosostenibilità durante la produzione.

Non è una tesi normale. Giorgia studia due principi attivi, l’olio di cartamo e l’olio di Crambe, e ne tira fuori due formulazioni destinate a diventare due prodotti cosmetologici pronti per essere messi in commercio. Alcune grandi aziende del Nord ed estere individuano le potenzialità della neodottoressa. E le offrono lavoro e commercializzazione dei prodotti figli della tesi di laurea.

Cosa può sperare di più una giovane neolaureata? Un altro cervello in fuga? Un altro figlio del Salento destinato ad una luminosa carriera lontano dalla propria terra? La logica direbbe di sì, ma Giorgia non è una ragazza normale. E rinuncia alle offerte di lavoro, a far commercializzare i suoi prodotti dalle multinazionali che garantiscono successo e guadagni e se ne torna nel Salento con l’intento di mettere su una piccola azienda e produrre in proprio una crema viso e un olio per capelli. Con tutti i rischi che l’avventura comporta. Così, invece di un altro cervello in fuga ci ritroviamo con un cervello di ritorno.

Dottoressa Starace, cosa l’ha spinta a questa decisione controcorrente?
L’amore per la mia terra. Non è stato semplice rinunciare a proposte di lavoro così interessanti, a vedere subito commercializzati prodotti nati dalla mia ricerca. Ma io amo le sfide. Sarà più difficile ma molto più bello raggiungere gli stessi risultati lavorando nel Salento. Spero che la mia testardaggine abbia successo e sia di stimolo per i tanti ragazzi di talento che lavorano all’estero».

In cosa è consistito il lavoro di tesi? In fondo, parte tutto da lì.
«Lo scopo della tesi è stato quello di studiare due formulazioni contenenti i due principi attivi innovativi olio di cartamo e olio di Crambe. Questi due oli rappresentano due ingredienti caratterizzati da notevoli proprietà benefiche in termini di applicabilità sia sulla cute, rendendola luminosa ed elastica, in riferimento all’olio di cartamo, che sul cuoio capelluto, in quanto i capelli appaiono più lucenti e idratati, in riferimento all’olio di Crambe. Ma l’innovazione più importante è relativa alla definizione di questi due principi attivi come ingredienti ecodermocompatibili, ed è proprio da questo concetto di assoluta contemporaneità nell’ambito della democosmesi che nasce l’esigenza di sviluppare due formulazioni contenenti questi principi attivi».

In pratica, cosa accadrà?
«Verrà utilizzato l’olio di cartamo per la formulazione di una crema viso con una percentuale di composizione pari al 10%, mentre l’olio di Crambe viene utilizzato all’interno di un olio per capelli con una percentuale pari al 29%. Sono stati valutati, per ogni singola formulazione, i parametri di aspetto, di Ph e di viscosità. Successivamente sono stati condotti su ogni formulazione dei test volti a valutare la stabilità microbiologica del prodotto cosmetico mediante Challenge test, la tollerabilità primaria del prodotto cosmetico mediante test di stabilità in stufa».

È tutto pronto, allora? Ma avendo rinunciato a «sposare» una grande azienda come farete?
«Ci vorrà ancora un po’ di tempo per la messa in produzione delle formulazioni frutto del mio lavoro di tesi: le procedure sono lunghe. Intanto, abbiamo costituito l‘azienda che si chiama Starbenia Pharma e da settembre saranno in commercio i primi prodotti: Flogostar sciroppo bambini e Flogostar capsule adulti, due antinfiammatori naturali innovativi, ed un prodotto a base di vitamina D, Stardì gocce. Il resto verrà».

Ricercatrice e imprenditrice. Come l’hanno presa in famiglia, i genitori, il fidanzato… Sono stati loro a spingerti a tornare nel Salento?
«No, loro non hanno mai condizionato le mie scelte. Mi hanno sempre sostenuto, questo sì. Anche davanti a scelte controcorrente, un po’ folli. Alla base della mia decisione, ripeto, c’è la sfida e l’amore per la mia terra. Tempo fa ho letto una intervista all’allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp. Alla domanda “Ti piacerebbe allenare la squadra più forte del mondo?”, ha risposto “No, mi piacerebbe batterla”. Anche io la penso così. Mi piacerebbe dimostrare che si possono ottenere buoni risultati anche rimanendo nel nostro Salento. Con fatica, ma anche con maggiore soddisfazione».

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