Orrore nel Leccese
Salento, a 5 anni violentato e bruciato con sigarette. Indagati padre e zio
Si parla anche di punizioni atroci, come feci gettate sul corpo se provava a opporsi agli atti sessuali
Padre e zio indagati per aver abusato di un bambino di appena cinque anni.
La vicenda, particolarmente delicata e a tratti ancora da chiarire, riguarda una famiglia salentina, anche se ora la presunta vittima e la madre si sono trasferiti altrove.
Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, titolare del fascicolo, nei giorni scorsi ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, in cui sono contenuti i nomi di due fratelli, rispettivamente padre e zio del bambino.
Le accuse contestate sono gravissime: maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata in concorso.
Le condotte sarebbero andate avanti per ben due anni, dal 2015 al 2017: e cioè da quando il piccolo aveva la tenera età di cinque anni.
Al momento, però, è bene ribadire che in questa fase dell’inchiesta è ancora prematuro ipotizzare una effettiva colpevolezza dei due indagati, che solo adesso avranno modo di produrre elementi a loro discolpa.
A dare l’incipit all’inchiesta è stata la denuncia presentata alla caserma dei carabinieri dalla madre del bambino, da diverso tempo separata dal coniuge.
Il figlio, infatti, le avrebbe raccontato di presunti abusi e vessazioni subite quando si trovava insieme allo zio, nella casa dei nonni paterni oppure in un casolare di campagna di proprietà degli stessi.
Si parla di veri e propri atti sessuali, che il minore sarebbe stato costretto a subire per non essere picchiato o percosso. Ma c’è di peggio: si fa riferimento anche a sculacciate, pizzicotti, bruciature di sigaretta sul corpo. E ancora, fango, escrementi e saliva spalmati addosso.
Di tutto questo si è parlato nel corso di un incidente probatorio avvenuto in modalità protetta davanti al gip Alcide Maritati: durante l’udienza, però, il bambino avrebbe rivolto le accuse anche nei confronti del padre.
Ed ecco che si è poi proceduto ad un secondo incidente probatorio.
Le dichiarazioni del bambino sono state così cristallizzate, e sono bastate alla Procura per formulare le accuse.
Lo zio del piccolo, inoltre, risponde anche del reato di pornografia minorile: sul suo telefono cellulare sono state trovate quattro fotografie che ritraevano il nipote nudo.
Ora gli indagati avranno a disposizione 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o per chiedere di essere interrogati.