la macchina del tempo
Il ritorno in Puglia del tesoro trafugato in America da John Sisto
E l’inaugurazione della nuova ferrovia Bari-Nord con il presidente del Consiglio Aldo Moro
«Ritorna in Puglia il tesoro d’arte trafugato negli USA da John Sisto»: il 25 settembre 2009 «La Gazzetta del Mezzogiorno» riporta in prima pagina una buona notizia che riguarda il patrimonio culturale del territorio. Non si tratta di una scoperta ma della restituzione ai legittimi proprietari, i pugliesi, di beni archivistici, bibliografici e archeologici sottratti illecitamente nel corso della seconda metà del Novecento. A trafugarli è stato, negli anni ‘70 e ‘80, un conterraneo: «Giovanni “John” Sisto, originario di Ceglie del Campo, quartiere di Bari, emigrato negli Stati Uniti nel 1962 e morto a marzo del 2007», si legge sul quotidiano.
«Sisto lasciò la Puglia e l’Italia in cerca di fortuna e incominciò a lavorare come operaio. Dopo un paio d’anni, però, le notizie d’Oltreoceano lo descrivono come un commerciante d’arte. A partire dagli anni ‘70, secondo quanto emerge dalle indagini dei Carabinieri e dell’Fbi, egli incomincia a ricevere a Chicago libri e pergamene antichi, pezzi archeologici, manoscritti della storia italiana. Accumula negli anni un tesoro di 70mila pezzi. La merce - naturalmente di provenienza illecita - gli arriva nascosta in lastre di vetro o quadri, oppure celata persino in imbottiture di sedie. Il suo referente in Italia, secondo le indagini, è il padre - anche lui scomparso, da tempo - che a quanto pare raccoglie gli oggetti trafugati e li fa smistare al figlio».
Sisto, però, commette un errore: invece di vendere i pezzi, comincia ad accumularli nella sua villa di Berwyn, un sobborgo di Chicago. Così, alla sua morte, scoppia una vivace controversia tra i suoi eredi. La polizia locale dell’Illinois è chiamata a intervenire: gli agenti scoprono in quell’occasione i beni e informano l’Fbi, che a sua volta comunica la notizia al Ministero per i Beni culturali a Roma. Si attiva, così, una task force, composta dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari e dai funzionari della Soprintendenza archivistica della Puglia, per recuperare la «collezione» dal valore complessivo di 4 milioni di euro. Si tratta di volumi antichi, manoscritti – tra cui autografi di Mussolini, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II – pergamene, francobolli, medaglie. La parte più consistente risulta sottratta alle Biblioteche diocesane di Conversano e di Trani, molti pezzi provengono da Barletta: eccezionali sono i reperti archeologici frutto di scavi clandestini nella zona di Canosa. Spiega Stewart Roberts, dell’Fbi: «Noi ci siamo resi conto che John Sisto aveva accumulato il suo tesoro non per arricchirsi ma per passione, per mantenere un legame affettivo con la sua terra». Oggi, quasi tutto è tornato nel proprio luogo di conservazione, mentre il materiale di cui non è stato possibile rintracciare la provenienza originaria è custodito nell’Archivio di Stato di Bari: frequenti esposizioni restituiscono alla cittadinanza, a cui questi beni erano stati sottratti, ciò che le appartiene di diritto.
Il 30 settembre 1965, invece, il presidente del Consiglio Aldo Moro inaugura la nuova ferrovia Bari-Nord: «Ufficialmente, per decenni e decenni, si è chiamata Tramvia Bari-Barletta. Ma la gente l’ha sempre chiamata con pittoreschi nomi, che – oltre a fotografarne lo stile “lumachesco” – davano la misura della familiarità con la quale era abituata a trattare quel “coso”». Per tutti, la vaporiera era “la cecchelatère”: «Era un trenino che quasi filtrava nelle case: passava infatti ad un palmo dalle soglie dei “bassi”, i bambini lo sentivano arrivare, gli andavano incontro incuranti degli inviti del macchinista a tirarsi indietro; era un trenino del quale si potevano anche ignorare gli orari: tanto, lo si prendeva al volo all’angolo della via», scrive il cronista. La prima concessione del servizio di trasporto della linea, di cui purtroppo oggi siamo costretti a ricordare anche il tragico incidente del 2016, risale al 1878. «L’inaugurazione odierna segna senza dubbio una data importante nella storia della nostra regione: la ferrovia Bari-Nord porta un contributo insostituibile al processo di sviluppo della provincia barese». Era questo l’auspicio cinquantotto anni fa, quando la vecchia “ciclatera” sbuffante veniva sostituita da moderni e veloci, ma molto meno familiari, elettrotreni.