Accadde oggi

Roma, ore d’inferno in aeroporto

Annabella De Robertis

Dicembre 1973: il racconto della ferocia

È il 18 dicembre 1973: una drammatica foto campeggia in prima pagina su La Gazzetta del Mezzogiorno. Ritrae due terroristi palestinesi che, sulla pista dell’aeroporto di Roma «Leonardo Da Vinci», costringono, armi alla mano, alcuni ostaggi a salire su un aereo Lufthansa. C’è un uomo a terra: il finanziere Antonio Zara, assassinato alcuni istanti prima.

Il giorno prima a Fiumicino si è consumata una strage, una «strage di innocenti», come recita il titolo a caratteri cubitali. «L’aeroporto di Fiumicino resterà per sempre legato alla più barbara e disumana impresa che la ferocia del terrorismo arabo abbia saputo ideare», scrive sul quotidiano il corrispondente da Roma Sergio Stucovitz. «Il massacro compiuto nella tarda mattinata allo scalo aereo internazionale romano supera perfino quello all’aeroporto di Lod, a Tel Aviv, e l’eccidio aberrante di Monaco di Baviera. Mentre scriviamo la dimensione dell’orrendo crimine dilaga e ormai sta assumendo caratteristiche da incubo, fino all’angoscia, oltre ogni immaginazione. Ricostruire la strage non è facile. Una tragedia così inaspettata talmente aberrante nella sua esecuzione che ha provocato discordanze tra gli stessi testimoni oculari».

Il 17 dicembre un gruppo di terroristi scatena l’inferno nell’area del controllo bagagli allo scalo ovest dell’aeroporto: gli uomini estraggono dai bagagli a mano le armi e aprono il fuoco. Si scatena il panico. Alcuni sparano verso le vetrate, altri prendono in ostaggio sei agenti di frontiera: sono tutti meridionali (uno di loro, Francesco Lillo, è di Bitonto). Vengono costretti, sempre sotto la minaccia delle armi, a salire a bordo di un aereo Lufthansa parcheggiato nel piazzale antistante. Un altro commando, nel frattempo, lancia due bombe al fosforo dentro la carlinga di un aereo Pan Am: muoiono in 29 in quella trappola. Dopo aver ucciso anche l’agente Antonio Zara, 20 anni, i terroristi costringono il comandante dell’aereo tedesco a decollare e volano verso Atene. Sulla pista resta la carcassa del Boeing 707 fatto saltare in aria: 32 saranno, in tutto, le vittime di quella tremenda giornata romana. Poco o niente si sa ancora, in quegli attimi, sugli autori dell’attacco, se non che arrivavano con un volo dalla Spagna e che probabilmente appartengono all’organizzazione palestinese «Settembre nero».

L’aereo dirottato, dopo la sosta ad Atene e un tentativo fallito di scambio prigionieri, finirà la sua corsa la sera del giorno dopo a Kuwait City. Non sarà mai fatta piena chiarezza sulla strage, che si inserisce in una lunga serie di dirottamenti e attacchi finalizzati a imporre la questione palestinese all’attenzione mondiale.

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