La Macchina del Tempo

Studi meridionalistici, riflettori accesi su Bari

Annabella De Robertis

Nel ‘44 Adolfo Omodeo inaugura il convegno

«Adolfo Omodeo inaugura il Convegno di studi meridionalistici»: così titola in terza pagina «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 4 dicembre 1944. L’Italia è, settantotto anni fa, ancora divisa in due: al Regno del Sud, in cui si vive già il dopoguerra, si contrappone un Centro-Nord ancora devastato dall’occupazione nazifascista e dalla lotta resistenziale. L’Italia liberata è guidata da uno dei primi governi di unità nazionale, presieduto da Ivanoe Bonomi, che in quelle settimane sta affrontando una crisi, in pochi giorni risolta. Bari torna ad essere al centro delle vita politica «nazionale» con questo importante appuntamento: «L’iniziativa, inaugurata nella sala delle adunanze del Comune, si propone di dare un tangibile contributo alla ricostruzione nazionale e ha raccolto i migliori consensi da parte di eminenti studiosi dei vari problemi del Mezzogiorno, dei Partiti e delle autorità», si legge sulla «Gazzetta».

La ripresa della riflessione sulla «questione meridionale», dopo le censure imposte dal regime, costituisce uno dei punti fermi di un gruppo di intellettuali legati al Partito d’Azione, tra i quali Tommaso Fiore, suo figlio Vittore, Michele e Raffaele Cifarelli, Vincenzo Calace, i fratelli Pastina, Fabrizio Canfora. Il fascismo ha fatto credere di aver risolto, attraverso le grandi opere di regime, il problema meridionale e ha imposto un lungo silenzio sull’argomento (ogni riferimento è stato persino bandito dai libri di testo per le scuole): è, invece, proprio nel Sud che persistono le peggiori condizioni di miseria e degrado. Con la liberazione delle regioni meridionali e il graduale ritorno ad una vita democratica, la questione torna al centro del dibattito politico nazionale. Si organizza così, nel dicembre 1944, a Bari il primo convegno di studi meridionalistici, definito da Manlio Rossi-Doria «la prima manifestazione d’una risvegliata coscienza democratica del Mezzogiorno d’Italia».

Apre, dunque, la manifestazione Adolfo Omodeo, illustre storico del Risorgimento e rettore dell’Università di Napoli: «l’oratore non ha potuto tacere la sua intima commozione nel parlare a Bari, per i ricordi che lo legano da lunghi anni alla nostra città; ha precisato che la questione meridionale deve impegnare tutte le volontà e le forze del Mezzogiorno: non isolamento medievale, ma indagine acuta delle varie necessità».

Nella prima giornata del convegno intervengono anche Guido Dorso, con una relazione sul rinnovamento della classe dirigente meridionale, e l’economista agrario della Scuola di Portici Rossi-Doria : i lavori continueranno fino al 5 dicembre e saranno costantemente seguiti dai cronisti della «Gazzetta».

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