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«Il Nazismo rovinò la mia gioventù»

 
«Il Nazismo rovinò la mia gioventù»

Domenica 20 Aprile 2008, 00:00

18 Luglio 2025, 19:35

NEW YORK - «I miei anni da 'teenager' sono stati rovinati dal nazismo»: papa Ratzinger si racconta davanti agli adolescenti e ai seminaristi di Yonkers, un sobborgo popolare a nord di Manhattan, da lui visitato oggi pomeriggio, al termine della sua seconda giornata a New York.
«I miei anni da teenager sono stati rovinati da un regime infausto che pensava di possedere tutte le risposte; il suo influsso crebbe - penetrando nelle scuole e negli organismi civili come anche nella politica e addirittura nella religione - prima di essere pienamente riconosciuto per quel mostro che era. Esso mise Dio al bando, e così diventò inaccessibile per tutto ciò che era vero e buono. Molti dei vostri genitori e nonni vi avranno raccontato l'orrore della distruzione che seguì. Alcuni di loro,infatti, vennero in America proprio per sfuggire a tale terrore».

Il Papa ha incontrato la folla dei giovani, una piccola Giornata della Gioventù a stelle e strisce, subito dopo aver salutato, all'interno del seminario, un gruppo di bambini disabili. Ha attraversato la spianata con la sua papamobile, in un tripudio di bandiere vaticane sventolate, slogan, grida di gioia, applausi.

Nel suo discorso, dopo aver ricordato la sua gioventù distrutta dal «mostro» del nazismo, ha parlato di «un potere distruttivo che rimane». «Sostenere il contrario significherebbe ingannare se stessi». Le tenebre del male continuano a manifestarsi: «penso - ha detto - a quanti sono colpiti dall'abuso della droga e degli stupefacenti, dalla mancanza di una casa e dalla povertà, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione - particolarmente ragazze e donne». «Mentre le cause di tali situazioni problematiche sono complesse, tutte hanno in comune un atteggiamento mentale avvelenato che si manifesta nel trattare le persone come meri oggetti», ha rimarcato.
«Simili tragedie - ha continuato - mostrano anche che cosa avrebbe potuto essere e che cosa potrebbe essere ora, se lì altre mani - le vostre mani - si fossero tese o si tendessero verso di loro. Vi incoraggio ad invitare altri, soprattutto i vulnerabili e gli innocenti, ad associarsi a voi nel cammino della bontà e della speranza». Se invece del «pugno chiuso della repressione o della manipolazione» avessero trovato - ha concluso Benedetto XVI - la «verità di Cristo».

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